lunedì 27 febbraio 2017

Il tuo miglior orgasmo moltiplicato per 1000

Sta per uscire T2.
Non vedo l'ora,
però un pensiero:
Il film Trainspotting ha elogiato il “farsi una pera” come un'esperienza migliore del vostro miglior orgasmo moltiplicato per mille.
Io la trovo una frase pericolosissima specie per le generazioni più giovani e inesperte, quindi, non voglio mettere in dubbio la tesi appena esposta, però voglio darvi una testimonianza che mostri anche l'altra faccia della stessa medaglia.
Una medaglia di merda, a dirla tutta.
Ero in comunità, avevo fatto 8 mesi di accoglienza... non c'era molta differenza, sempre dentro un posto chiuso dovevi stare, sottostare ad orari, mansioni, pulizie quotidiane, convivenza forzata con un sacco di elementi che in genere erano persone con le quali era meglio non avere a che fare, tossici in cattività, tenuti su dal metadone, gli operatori non lesinavano sul metadone, preferivano utenti sovradopati e tranquilli, se non catatonici, piuttosto che tossici in calo a rompere i coglioni.
A me, alcolista in astinenza, nulla per lenire la mancanza della sostanza, altri farmaci si, per la bipolarità, si, in effetti non mi sono mai fatto mancare niente, comunque la comunità vera e propria era molto più rigida e quasi tutti avevano scalato il metadone e rimanevano puliti.
Finché stavano dentro.
Come mettevano un passo fuori il 90% di loro si rifacevano pressoché immediatamente, anche in questo caso non è smettere la cosa più difficile, ma smettere tutti i giorni. Ero arrivato con altri da pochi giorni e per adattarsi all'ambiente, insieme ad altri mille rituali un po' assurdi ma inflessibili, gli anziani ci facevano fare esercizi di questo tipo: tutti i giorni per 30 giorni andate da una persona che non conoscete (sempre all'interno della comunità chiaramente, non si usciva mai se non dopo anni e comunque sporadicamente e accompagnati, il rientro in società rimaneva una cosa lunghissima) e parlateci, fatevi raccontare qualcosa, lo feci, raccontai cose che non avevo mai osato raccontare a nessuno e i compagni con i quali ho parlato a loro volta mi hanno raccontato le loro storie più oscure.
Mi hanno letteralmente sconvolto.
In un'occasione un ragazzino 23enne dinoccoluto, alto, secco, con le occhiaie, nonostante fosse pulito da mesi, il fare da tossico quello no, quello non lo perdi mai, una volta che sei stato tossico, tanto da averci le vene sottili e le traccie nere sulle braccia, le traccie della roba di merda scaladata “con l'acqua delle pozze”, come diceva lui, l'atteggiamento tossico non ti molla più. Come la voce rauca. Lui mi raccontò che una volta d'inverno cercava di dormire nella stazione di una grande città, con la sua ragazza, un tunisino li trascinò in una zona buia, vicino ai binari, ci aveva la roba, diceva, e poi, lì, con un coltello tenne facilmente a bada il pischello impaurito e rattrappito dalla paura, dallo schifo e dal calo, il fottuto calo, l'astinenza da eroina che ti lascia senza forze né speranza, solo con tanta ansia e dolori fisici e il tunisino stuprò la sua ragazza davanti a lui e lui non ci poté fare nulla.
Nulla se non piangere e inveire debolmente.
Il giorno dopo in comunità mi toccò di parlare con una ragazza sui 25, ancora non mi ero scrollato di dosso il racconto del giorno prima, un conto, certe storie, è leggerle senza i dettagli su un giornale, un altro è percepire l'orrore di chi ti parla guardandoti negli occhi e svuotandoti addosso un sacco pieno di dolore, un sacco che, per quanto tu lo ribalti, rimane sempre pieno di quelle tragedie che pesano sulle spalle dei tossicodipendenti in astinenza, tutte quelle brutte esperienze che appesantiscono l'anima, quella ragazza mi raccontò la sua storia triste, una sera, in pieno calo, tremebonda, al freddo, seza una casa e da sola, per la roba diede in cambio la cosa che più amava e dalla quale era più amata in assoluto e che non vide mai più;
il suo cane.
Non ne potevo più;
toccò a me piangere come un pivello.
E tra le lacrime raccontai le mie, di tragedie.
Se,
dopo tutti questi dolori lancinanti, nonostante la tua alienazione dal resto del genere umano, nonostante le molteplici umiliazioni subite,
ti ricapita
ancora una volta
di riavvicinarti alla sostanza
(e ti capita, prima o poi ti capita),
per poi rimanerci immerdato, come sempre,
insomma,
ti ho dato un'idea di quanto possa essere brutta una dipendenza da sostanze come l'eroina?
Ecco, stacci alla larga se puoi.
E vaffanculo a Trainspotting anche se è un bel film.

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