domenica 24 novembre 2013

Perché i camerieri sono mentalmente esauriti ? (per colpa vostra, BUZZURRI !)

Perché i camerieri sono mentalmente esauriti ?
 (…per colpa vostra, BUZZURRI !)

Non chiamatemi con uno schiocco delle dita.
Ricordatevi che sono io, poi, quello che vi porta la pizza.
Il vostro cibo, quello che state per ingurgitare, sarà nelle mie mani per 40 o 50 secondi, tempo che mi serve per uscire dalla cucina, o per venire dal forno, dai fornelli, dalla stanza dove vi preparano la roba, fino a voi e attenzione, il mio itinerario potrebbe non essere proprio diretto diretto, potrei non fare dritto dritto a venire da voi e la vostra pizza "... me la fa poco bruciata ai lati ?", potrebbe subire un incidente. Non mi rompere le balle chiedendomi perché la tua pizza non è arrivata esattamente insieme a quella della tua accompagnatrice, c'è la sala piena, è sabato sera, venite tutti agli stessi giorni e alle stesse ore e già vi sento dire "ma io verrò quando voglio, no !?", si, tesoro, vieni quando vuoi, ma non lamentarti se poi la tua pizza ci mette 25 minuti ad arrivare, e invece dopo 10 minuti mi sei già col fiato sul collo a dirmi che devi andare al cinema, ma io quello che potevo fare l'ho fatto; ti ho trovato un tavolo perché mi sembrava ingiusto che tu aspettassi in piedi ma questa gentilezza me la farai pagare perché dal momento in cui sei seduto pretenderai attenzioni e tempo che ancora NON HO ! Perché ci sono gli altri prima di te ! E sono già nervosi perché per farti la cortesia di metterti seduto a te e alla tua tipa ho usato secondi preziosi che secondo gli altri dovevo devolvere a LORO che sono arrivati prima. E tu vuoi già che ti sparecchi ALMENO il tavolo, lo so che hai ragione, fa schifo il tavolo con gli avanzi di quello prima di te, ma, ti ripeto: volevo metterti a sedere ! Comunque corro ancora un po’ più del possibile e ti sparecchio il tavolo, soltanto che con il tavolo nudo tu t'imbronci, perché ti sembra che la tua pratica sia a un punto morto e allora cominci a dare segni di nervosismo e chiedi alla tua compagna " almeno apparecchiare il tavolo... non mi sembra così difficile... ", e lo dici a voce abbastanza alta perché io possa sentirti mentre ti passo vicino con 4 pizze e un calzone tra le mani, tenendo a mente a quali tavoli devono andare, nel frattempo uno mi chiede l'olio piccante, uno la maionese e uno allunga una mano e mi ferma TIRANDOMI LA GIACCA per avere SUBITO gli stecchini, ognuno di voi pensa " ma che ci vuole a fare questo ? ", a fare "questo" non ci vuole niente, il fatto è che stò facendo 45 "questi" al minuto, già da 2 ore, sto sudando intorno al mio papillon e ti sorrido perché spero sempre che tra 70 persone ci sia almeno un essere umano che meriti di essere servito con rispetto e cortesia, nel dubbio sorrido anche a te che dopo aver ottenuto la tua apparecchiatura mi chiedi " non potremmo avere ALMENO da bere nel frattempo ? ", intanto la cucina continua a suonare quel campanellino del cazzo che m'informa che altre pizze sono pronte, altri primi, altri filetti di maiale, e io ho già gente IN PIEDI che mi guarda malissimo perché vorrebbe sedersi e io devo interrompere quello che sto facendo per fare e portare i caffè del tavolo 6 che almeno "sgomberano il tavolo" e me lo dicono come se mi facessero un favore, quando per me in realtà è una nuova rottura di coglioni dato che dal momento in cui si saranno alzati avrò occhi avidi che mi scrutano dentro cercando di mandarmi messaggi telepatici tipo: "ci fai mettere a sedere o no, stronzo, che adesso c'è il tavolo libero !?", il tavolo 4 mi richiama indietro dicendomi che la pizza non è cotta abbastanza e naturalmente me lo dice con astio perché la colpa non può essere che MIA, il tavolo 7 vuole un altra coca, all'11 non sono arrivate le patate insieme alla bistecca e io vorrei essere da un altra parte, vorrei non essere io, vorrei una sostituzione, vorrei una ragazza che mi vuole bene, vorrei più soldi, vorrei un altro lavoro, magari confacente agli studi che ho fatto, vorrei essere con una canna in mano in una spiaggia deserta d'inverno, non me ne frega un cazzo delle Bahamas, datemi solo il mio cane che gioca felice e la possibilità di prendermi 2 aperitivi, mi va bene anche Gatteo Mare. Sono un fallito. Tu intanto sei nervoso perché sei a sedere da 20 minuti e ancora non ti ho preso l'ordinazione, io potrei anche prendertela ma poi ti lamenterai di più perché passa TROPPO tempo da quando ti ho preso la comanda a quando arriveranno le tue cose da mangiare, lo saprò io, no ? In cucina i fogliettini stanno dilagando, nella striscina di scotch biadesivo accanto al pizzaiolo si sono ammonticchiate una cifra di ordinazioni, è inutile che glie ne porti delle altre, ma tu vuoi ordinare e io vengo da te, vediamo se ti calmi e tu mi chiedi "come le fate le pizze ?", "le facciamo col culo, signore, prima stendiamo la pasta, poi ci tiriamo giù le mutande e ci strusciamo il culo sopra, signore, così vengono perfettamente rotonde e saporite, signore...", ma che cazzo di domanda è "come le fate le pizze ?" !!?? I menù te li ho portati, c'è scritto lì come le facciamo le pizze, che poi sono sempre uguali, prosciutto, prosciutto e funghi, capricciosa, margherita, sono secoli che si fanno sempre le stesse pizze, e poi tu la prendi sempre Marinara senza capperi, sono 15 anni che prendi la stessa pizza, che cazzo me lo domandi a fare !!?? Il tavolo 3 ha finito l'olio, quello degli stecchini non ha ancora avuto gli stecchini e mi chiama, mentre io sto parlando con te, dicendomi che vuole un semplice stecchino e che la prossima volta se li porta da casa, il 14 vuole il formaggio, il 9 barra 2 invece che 3 margherite e 2 al prosciutto hanno avuto 2 margherite e 3 al prosciutto e stanno facendo un casino che neanche fossero investiti da un branco di locuste, il 118 al quadrato vuole lo zucchero di canna per il caffè e devo portarglielo immediatamente perché sennò il caffè si fredda e allora mi terrà il muso come un bambino di 8 anni, oppure pretenderà che glielo rifaccia, ma non chiedendolo con cortesia, me lo chiederà con cattiveria, pronto a litigare e a fare a cazzotti, se occorre, perché è suo DIRITTO avere il caffè caldo, visto che paga, non gli viene MAI in mente di chiedermelo prima " il caffè per favore, me lo porta con lo zucchero di canna ?", no, sarebbe troppo semplice, preferisci chiedermelo DOPO che ti ho portato il caffè e io mi devo fare un viaggio in più e DI CORSA che sennò ti si fredda, la cucina fa DING DING DING perché le pizze si stanno freddando, il 79 diviso 14 moltiplicato pi greco pretende che nella birra non ci sia TUTTA QUESTA SCHIUMA !! La mia ragazza mi ha lasciato, io non ho i soldi per pagare il prossimo affitto perché me li bevo tutti i miei soldi, non è che vada in locali di lusso, è che bevo tanto ! E non fate quelle facce, BERRESTE ANCHE VOI NELLE MIE CONDIZIONI !! Il mio povero canino deve stare da solo a casa per 10 ore di fila, prima di andare a lavorare lo porto fuori e appena rientro lo porto fuori di nuovo, ma lo stesso capita sovente che mi faccia qualche pipì in casa e io devo pulire e non ci ho voglia, per Dio, perché mi sono appena smazzato da solo tutta la mega fottuta sala della fottuta pizzeria, spazza, dai lo straccio, prima per un verso e poi per un altro perché la pulizia in un locale E' IMPORTANTE, pulisci anche i cessi, pulisci la macchina del caffè, pulisci il bancone, dov'è andata la mia vita ? Al tavolo 3 ci sono i ragazzini con la cena della scuola, hanno 12 anni e sono più stronzi degli adulti e si divertono a farmi i dispettini, mi chiamano a voce alta quando sono dall'altra parte della sala, a me che ho 32 anni e sono diplomato in un accademia ed è tristissimo sentire questo ragazzino viziatello moccioso che strilla e io che sono costretto ad andare a vedere cosa cazzo vuole questo piccolo imbecille, che cazzo c'ha da gridare, arrivo al tavolo e quel mini figlio di puttana mi dice "mi porti via il piatto che ho finito ?". L'8 si lamenta perché come prima portata andavano crostini e affettati, una margherita e una vegetariana, poi DOPO dovevano andare le altre cose, invece insieme alle prime cose è arrivata anche una pizza al tartufo, come faranno adesso ? Il tipo ha i crostini e la pizza insieme, quando avrà finito di mangiare i crostini la pizza sarà fredda e io non mi metto a piangere giusto per non dargli soddisfazione, io le ordinazioni le ho prese giuste, hanno fatto casino di là in cucina ma chissenefrega, giusto ? In quel momento ci sono io e il ruolo del CE (capro espiatorio) tocca a me. Il 7 aveva chiesto nella pizza i funghi champignon e non trifolati, rifare pizza, il 13 ha un bicchiere sporco di rossetto, cambiare bicchiere, il 9 ha fatto cadere il tovagliolo per terra ne vuole un altro, scattare, al 12 ci sarebbe una ragazza carina con la quale mi piacerebbe fare un po’ il simpatico, avere 20 secondi di tempo per farle una battuta carina ma quella mi guarda come fossi... come se fosse al di là della mia portata... come fossi... uno che ha passato i 30 anni... che per sopravvivere... fa un lavoro di merda... mi guarda come fossi... un cameriere... sudato... le faccio pietà. Un tizio si è stancato di aspettare e deve mostrare i muscoli, anche per impressionare un po’ la ragazza che ha portato qui a mangiare la pizza e così mi ferma, a me, che ho in mano una coscia di pollo, 2 patatine fritte, un’oliera e si, anche GLI STECCHINI PER QUELL'ALTRO STRONZO CHE STA PER FARSI VENIRE UNA CRISI ISTERICA PERCHE' NON HA ANCORA AVUTO IL SUO FOTTUTO STECCHINO DEI MIEI COGLIONI !!! e mi dice "ma quanto cazzo ci vuole per avere 2 pizze qui dentro ?", mi piacerebbe risponderglii a tono ma non posso, per quanto assurdo sembri il mio posto di lavoro è ambito da altre persone, quindi se alla fine sbotto e ti faccio 2 berci sul muso mi licenziano, tanto sono assunto al nero e di gente che vuole lavorare ce n'è pieno così.
Perché ?
Questo martirio è un lavoro ?
Non sono un idiota, non vi ho mai sputato nel caffè, non vi ho mai messo il guttalax nella Fanta come raccontano le leggende metropolitane e i film, se non vi porto la regolare ricevuta è perché il proprietario, conoscendovi ha fatto il conto in nero, facendovi un po’ di sconto e voi lo sapete, ma uscendo dalla pizzeria, tu, uomo di merda, ti scorderai della mia mancia, eccheccazzo siamo in Italia, non si lascia la mancia, non la lascia nessuno, perché dovresti lasciarla tu ? Prendendo il cappottino della zoccola che vi siete portati dietro, che non ha battuto ciglio nonostante tu sia stato maleducato e cafone con me (occhio bella, che se questo si comporta così con me, che sto lavorando per lui, come si comporterà con te fra 6 mesi ?), mentre andate a salutare il proprietario, ringraziando (ringraziando il proprietario naturalmente, che se n'è stato alla cassa senza muovere un dito e non ME che mi sono spaccato il culo e che ho litigato col pizzaiolo per farti arrivare entro un tempo decente la tua pizza di merda) , ti sentirai in dovere di dire : "però cambialo quel cameriere che è un diesel".
Ma vai a fare in culo vai.

Fatuwski







sabato 23 novembre 2013

STRALCI (tratti da "Troppa roba tutta insieme") 1° e 2° stralcio

 STRALCI

(tratti da “troppa roba tutta insieme”)


  



 
ANDREA - Dottore mi si è guastato il cane 
DOTTORE- Che ha fatto ? 
AND   - Mi si gratta
DOTT - èh, son pulci -
AND   - Cazzo, l'avrò saputo, m'è scaduta la garanzia neanche un mese fa
DOTT - No, ma è un affare da niente, gli dò una regolata in un paio di punti, al limite dò un'occhiata all'alternatore... se no c'è un buon incentivo sulla rottamazione...
AND   - No, che rottamazione, è nuovo, questo almeno altri 2 anni me li deve fare
DOTT - Va bene, intanto me lo lasci, per domani le faccio il preventivo
AND   - Ma quanto ci vorrà ?
DOTT - Un 5 o 6 giorni
AND   - Si e intanto io cosa porto a passeggio, il guinzaglio ?
DOTT - Le posso lasciare il nostro di servizio
AND   - Che è ?
DOTT - Un san Bernardo... -
AND  - Caca parecchio ?
DOTT - Caca quanto un brontosauro
AND   - Va bene via, lo prendo. Mi piace raccattare. Ci si vede domani allora e tanto che c'è gli dia un'occhiata alla convergenza che quando gira a sinistra mi slitta un po’.




- Carlo !
- òh, Andrea, ciao, come va ?
- èh, sanguino il giusto grazie, Roberto l'hai più rivisto ?
- ...si...
- Gran figlio di puttana, è ancora lì che se le tromba tutte, èh ?
- No, lui...
- Mi ricordo quando andammo a Rimini, guarda, uno sfacelo...
- Il fatto è che...
- E al Racuda ? Oh, una diversa ogni sabato sera, ma te ci esci ancora insieme ?
- No, è successo che...
- èèèh, all'ultimo neanch'io ci uscivo più tanto volentieri insieme, sai che l'ultima volta...
- SI E' SPOSATO !!!
- ...noo..
- èh, si
- ...noo...
- O allora, che ci vuoi fare ?
- ...cazzo. Ma come è successo ?
- Così all'improvviso, tutto nel giro di 2 mesi, non se l'aspettava nessuno
- Madonna, se lo sapevo venivo al matrimonio
- Io ci sono stato, una bella cerimonia ma una tristezza...
- èh, me l'immagino
- ...
- ...
- Dài scherzavo è morto !

- Che scherzi cretini Carlo ! Mavaffanculo, m'hai fatto pigliare un colpo, sei proprio un coglione !





Fatuwski


venerdì 15 novembre 2013

CEIS: 30 anni di indipendenza


CEIS
30 anni di indipendenza


Io sono dipendente da sostanze pesanti quali eroina, cocaina e tutti i derivati che riuscite a farvi venire in mente, passando dagli acidi agli psicofarmaci, dall’MDMA cotto e consumato direttamente in discoteca financo all’aspirar colla come fosse l’ultima boccata di ossigeno prima di infilarsi in un apnea di sconvolgimento, dall’€ del gratta e vinci alle 1000€ al giorno spese in una slot machine, io sono il consumatore perfetto, il compulsivo per eccellenza, il cliente ideale della disperazione, il Re della dipendenza.
E naturalmente sono anche alcolizzato.
Avete idea di quanto alcool ci voglia per sfamare un alcolizzato ?
Fate conto di dover riempire una piscina con un secchio,
che è già dura di sé, ma poi c’è pure il trucco; la piscina è bucata.
Un oceano di alcool.
Quel liquido che ha fatto più morti della peste, del vaiolo e dell’aids messi insieme.
Chissà perché quest’ultimo, visto che è il più pericoloso, viene tollerato e pubblicizzato dappertutto con gente fichissima che si diverte ?
Sarà mica che lo stato con l’alcool ci guadagna tassandolo mentre i proventi del traffico di droga vanno in altre tasche e deve andare così perché la formula funziona ?
Non voglio credere a questa fandonia; se uno esagera con il bere la colpa e responsabilità è solo sua, altrimenti tanto varrebbe indurre le persone al collasso economico e morale legalizzando, che ne so, il gioco d’azzardo in tutto il paese e tassandolo pochissimo rispetto ai ricatti impossibili nei confronti di altri settori, ben più utili, che soccombono miserrimamente o inserendo la possibilità di scommettere soldi reali e tanti in punti cruciali come internet, accessibile ormai anche ai poppanti o per assurdo andare a fare un versamento in posta e trovare l’impiegato che è costretto dall’azienda (Poste Italiane) a consigliarti di comprarti il gratta e vinci tanto che sei lì a pagare la bolletta.
Ma per carità… non è mica una truffa èh, qualcuno lo vince 1 milione… peccato che non saremo mai né io, né te.
Caro stato: ti piace vincere facile, èh ?
Io sono un tossicodipendente compulsivo alcolizzato e gonfio di psicofarmaci.
E lo stato si comporta di merda.
E con queste premesse adesso posso dirvi di tutto.
E sto per farlo;
Io sono l’ultimo imbecille al mondo che fa uso di sostanze sostenendo che lo fa per divertirsi e che “posso smettere quando voglio”. Ora; acclarato il fatto che oltre che tossico sei un imbecille ti posso garantire che la favola di Cappuccetto Rosso è più credibile.
Io sono il ragazzino talmente ubriaco e pieno d’alcool che continua inebetito a bere facendo un sacco di ginnastica con quel gomito, su, giù, su, giù, una faticaccia, tanto che alla fine ci vomita dentro al bicchiere ma è così ubriaco che se lo ribeve lo stesso… tanto è solo alcool, si sa, per una bella sbronza è meglio stare a stomaco vuoto così risparmi pure i soldi che papà ti ha dato per la pizza. E ci bevi.
Io sono la signora che ha passato la vita a tirar su i figli del marito che invece si è dedicato alla carriera, lui adesso è un manager di successo vive abbronzato, gira il mondo e mi riempie di corna e io per non pensarci prendo tanti di quegli psicofarmaci che sono così rincoglionita da non riuscire nemmeno ad aiutare mia figlia a fare i compiti di scuola. Mia figlia per l’esattezza ha 11 anni e fa la quinta elementare.
Io sono il 20enne che ha tirato tanta di quella coca che si sente di dover tirare altrettanto la macchina fino a 190km/h e per far bene le cose tira dentro a un frontale i 3 amici in macchina con lui, ammazzandoli sul colpo, più la coppia dell’altra macchina. Io mi sono salvato nel senso che sono rimasto solo paralizzato. Non mi sono fatto un giorno di carcere ma non indignatevi troppo, nel giro di un mesetto mi sono suicidato per il senso di colpa.
Io sono la sedicenne carina che il sabato sera non ha problemi a trovare i soldi per trovare il suo grammetto di coca; faccio pompini. E più coca tiro più mi piace farli. Durante la settimana cerco di non pensarci. Tanto lo so che presto sarà di nuovo sabato sera. E’strano però che questi sabati sera si stiano moltiplicando durante la settimana.
Io sono il tossico che siccome non si trova più le vene, ormai logorate, per farsi si spara le pere direttamente nel cazzo sapendo già che questo mi renderà impotente.
Io sono l’ubriaco fradicio che per una gelosia che mi sono immaginato di sana pianta con la collaborazione delle mie paranoie alcoliche ho sfregiato per sempre la faccia della mia fidanzata con l’acido. Era bellissima, adesso la sua faccia sarà per sempre un Picasso.
Io sono il tossico che non ha proprio più niente da perdere né vendere per comprarsi da farsi e mi sono venduto l’unica cosa bella che mi era rimasta; aveva 4 anni e mi adorava. Era il mio cane.
Io sono l’ubriacone frustrato e fallito che ha deciso di mettere fine a tutti questi giorni di dolore e mi sono ammazzato col gas. Peccato che nel palazzo c’erano altre 2 famiglie. Esplose.
Io sono il tossico così strafatto che una notte che dormivo alla stazione ha lasciato che uno straniero violentasse la mia ragazza perché ero veramente così strafatto che non potevo far altro che mugolare e grugnire di rabbia e frustrazione.
Io sono Il padre di famiglia con lo stipendio basso che per arrotondarlo ha provato a giocare alle slot machine presenti praticamente in ogni bar. Ci ho vinto dei soldi e quella è la vincita più sfigata che ti possa capitare perché da lì in poi ogni volta che avrai soldi in tasca il tuo cervello ti bercerà in testa il ricordo di quella volta che hai vinto, annullando la reale situazione: che dello stipendio ne rimane ben poco e ora sei pure coperto di debiti e magari non ci crederete, ma se sei abituato ad una certa ora del giorno ad andare a giocare, a quell’ora cominci a tremare e ad avvertire piccole convulsioni che non smettono finché non infili il primo dei circa 300€ della giornata.
Io sono i 3 ragazzi che si sono fatti insieme di notte dentro al parco recintato, uno di noi è collassato e noi abbiamo avuto paura e siamo scappati e basta… sarebbe bastato portarlo fuori dalla recinzione e chiamare un’ambulanza ma abbiamo avuto paura di chi poteva vedere, avevamo paura di tutte le domande che ci avrebbero fatto gli sbirri, avevamo paura delle manette e dei verbali, essendo recidivi avevamo paura del carcere ma soprattutto la paura più grande: rischiare di non potersi più fare. Lui è morto di overdose. Io, uno dei tre, da quella sera sono definitivamente morto dentro e non vedo l’ora di esserlo anche fuori. Mi basta l’ultima pera, fatemi tutto ma fatemi fare l’ultima pera, in onore dell’amico che praticamente ho ammazzato io, l’ultima, l’eterna ultima, quella che l’ultima non sarà mai.
Queste persone sono io.
Queste persone siete voi.
Queste persone sono i vostri ragazzi.
Quanto mi fanno incazzare tutti quelli che dicono quanto fa male la droga e quanti danni produce l’alcool ma non dicono che…
Quanto mi stanno sulle palle tutti quelli che parlano del fatto che oltre a disintegrare te stesso disintegri anche la famiglia, gli amici e qualsiasi altro tipo di rapporto sociale che non sia di convenienza specifica per quello che devi fare: farti ! Ma non ti avvertono che…
Quanto mi fanno girare i coglioni tutti quelli che dati alla mano ti mostrano il tasso di mortalità, la distruzione del fisico e della psiche, che ti sanno contare ad una ad una le cellule che ti bruci ogni volta che ti fai un tiro di bamba
MA CHE NON TI DICONO MAI E MAI E POI MAI DI QUANTO CAZZO SIA BUONA LA ROBA E DI QUANTA ENERGIA TI METTE ADDOSSO UNO SCHIZZO DI COCA IN VENA, NÉ DI QUANTO SIA FOTTUTAMENTE DIVERTENTE AVERE 20 ANNI ED ESSERE UBRIACO CON I TUOI AMICI, DI QUANTA GIOIA DONA IL SENTIRE IL DINDINDIN DEGLI EURO CHE VINCIVINCIVINCI O CHE POTREBBE SCOPPIARE LA TERZA GUERRA MONDIALE INIZIANDO DA CASA TUA MA TU TANTO HAI SOTTOMANO DEGLI PSICOFARMACI COSÌ POTENTI CHE RIESCI A NON FARTENE FREGARE UN CAZZO DI NIENTE !
Non è dal male che ne deriva che bisogna iniziare ma si deve descrivere la bestia oscura per quello che è: una bestia di diavolo che in cambio dell’anima ti offre un vero paradiso, il mondo perfetto finalmente ma siccome oltre che bestia ‘sto diavolo è un gran figlio di puttana, il paradiso te lo lascia per poco, pochissimo tempo perché presto non ti fai più per star bene ma per non star male, presto la cocaina ce la dovrai avere sempre sotto mano per non impazzire di nervosismo, presto dovrai bere già dalla mattina altrimenti non sarai in grado di andare a lavorare tanto ti tremano le mani, dovrai andare in giro senza soldi in tasca per proteggerti, ti dovrai chiudere in casa a doppia mandata perché dopo la “luna di miele” del godimento entra la paura…
e quella non va più via.
Questi siamo tutti noi, in astinenza o in potenza, ovvero in procinto di… perché TUTTI quelli che hanno queste brutte abitudini sono tanti, tantissimi, ma sono un universo nascosto che tira a campare, tutte persone che si alzano dal letto iniziando il teatrino falso e macabro della vita finta, quando la loro realtà è mettere mano a una pasticca, a una spada, a una striscia, a una bottiglia, a una slottina. Siamo capaci di andare avanti per anni senza che magari nessuno se ne accorga, perché siamo furbissimi nella nostra stupidità, siamo fortissimi nel nascondere la nostra condizione di debolezza, siamo invisibili agli altri nel nostro cratere di dipendenza ed è per questo che siamo tutti a un passo da…
a una passo dalle storie che vi ho raccontato
e che sono tutte vere
e che sono le storie che leggi sul giornale o senti al notiziario e che con la classica delle più classiche delle frasi, al pari di “posso smettere quando voglio” è il pensiero che rifiuta qualsiasi tipo di indizio e ti dice “a me non capiterebbe mai”,
“nella mia famiglia non capiterebbe mai”,
“ai miei ragazzi, una cosa di questo tipo non potrebbe mai accadere”.
E quando accade è troppo tardi.

E poi finiamo che noi siamo quelli che non ci vuole bene più nessuno.
Noi siamo i Giuda di noi stessi.
Noi siamo i disadattati, gli unici dentro a un inferno che è pieno di gente, ma è pieno di uomini e donne tutti quanti soli. Una folla di solitudini.
Noi siamo quelli che abbiamo veramente bisogno di una mano quando in rari momenti di lucidità decidiamo che ne abbiamo abbastanza di tutto questo e vorremmo miracolosamente riscattarci.
Ma nessuno ci aiuta più.
Nessuno si fida più.
Noi siamo quelli così border line che non ci affacciamo più dalle finestre alte perché la tua anima potrebbe uscire un attimo da tutta quella merda con cui l’hai coperta per non sentirla più, potrebbe uscirne giusto quell’attimo per darti quella bella spinta e farti volare di sotto e vaffanculo a tutto.
E allora, giocoforza, finiamo alla deriva dell’unica porta che rimane aperta a noi ormai disadattati: il Ceis.
Chiamatela carità cristiana, chiamatela ottusità di fronte all’evidenza delle statistiche, chiamatela speranza immortale,
chiamatela come vi pare ma tutti quegli esempi, veri, mica discorsi, che vi ho citato prima, potrebbero essere un numero elevato all’ennesima potenza se non ci fossero
quei buoni che però non sono coglioni,
quei fessi incapaci di non offrire un aiuto all’ultimo dei miserabili,
quegli inconcludenti che tirano via dalla strada buia e assassina migliaia di persone come me, come noi, come voi,
come te
e come i tuoi figli.
…quelli del Ceis.

Buon 30° Ceis e grazie se una macchina di morte in piena notte mi ha messo sotto perché come l’ultimo degli impavidi coglioni ho voluto attraversare quella strada buia e sbagliata e tu solo (a parte i miei) ti sei preso la briga di raccogliere le ossa da terra e rimettermi in piedi e di aver fatto in modo di poter dire anch’io la mia e magari farmi fare anche a me la mia particina per aiutare il prossimo stronzo nel quale mi rivedo come in uno specchio 5 anni fa, a smettere di mangiarsi la vita e di cominciare a gustarsela.




Fatuwski





sabato 9 novembre 2013

9 frasi (piuttosto discutibili) su come abbordare una donna in un locale

9 frasi (piuttosto discutibili) per abbordare una donna in un locale

1) - Ciao, sono un donatore d'organi, interessa niente ?

2) - Ciao, posso offrirti da bere o do i soldi direttamente a te così si fa prima ?
 
3) - Ciao, un terrorista ha appena innescato una bomba che esploderà tra 20 minuti,  le uscite, le finestre, il tetto del locale, è tutto bloccato e non essendo in un film nessuno sa come disinnescare la bomba. Stiamo per morire. Si tromba ?

4) - Ciao, il mio nome è _________  <-- (vostro nome) e stanotte lo urlerai.
 
5) - Ciao, ti prego di non guardarmi in modo strano, non accetto proposte sessuali, purtroppo ho un problema di elefantiasi al pene, quindi il sesso mi risulta sempre complicato...
 
6) Ciao, sono un plurilaureato con vari master in lingue, vorresti sentire 12 alfabeti diversi non necessariamente attraverso le orecchie? 

7)  - Ciao, sono un musicista, ti va di venire a casa mia a vedere il mio organo ?

8) - Ciao, questo vestito ti sta benissimo, sai anche dove lo vedrei bene ? Per terra accanto al mio letto.


9) - Ciao. Belle gambe... a che ora aprono?





Annuncio sulla pubblicazione e GIF fiche

Causa problemi pratico, tecnici e (diciamocelo) equivoci, il FatuwskiBlog varia la sua media pubblicazione: da bisettimanale diventa settimanale.
Il Blog, ma soprattutto il Fatuwski, che è uno serio parecchio, s'impegna a tener nutriti, nutrienti e saporiti sprazzi di racconti brevi e/o pensieri e poesie da lampioni scritte con inchiostro elettronico (fotonico) che vi sollazzino.
Questa dichiarazione è praticamente inutile dato che in pochissimi si dedicheranno a leggerla ma in compenso quei pochissimi potranno esclamare: " macchiccazzo se ne frega di codesta insulsa notizia !".
Io comunque mi son sentito di darla perché, come ho già detto sono una persona seria, 

mica come quel coglione dell'Anselmo Di Masa 
che per scacciare i topi diede fòco alla casa !


In ogni caso, giusto per non esser venuti a gratisse, vi lascio alcune bellissime GIF da rubare per poi riutilizzare.

Se le vuoi prendere (come tutte le altre GIF presenti nel FatuwskiBlog) ti basta cliccare con il tasto destro de mouse e dalla lista che ne viene fuori cliccare su "salva immagine con nome" e da lì il PC ti chiederà dove vuoi salvare quell'immagine, se vuoi fare una roba facile clicchi su "desktop" per avercela sottomano se vuoi usarla, oppure magari le metti tutti su una cartella che creerai.




Mimo VERAMENTE  convincente !



Un bel vaffanculo illuminante 



Le chat tra 5 anni


lunedì 4 novembre 2013

Una splendida coppia 2

Una splendida  coppia
( parte seconda )  


Il primo dialogo di “Una splendida coppia” lo trovate cliccando à QUI

Lui - Mamma mia...
Lei - La tua mamma è morta
Lui - ...facevo per dire... è un espressione !
Lei - Caaaaaaaazzo !!
Lui - Cosa c'è ?
Lei - Mi sono appena ricordata che ieri avevo un colloquio di lavoro !
Lui - Per fare cosa ?
Lei - Cameriera
Lui - E ora ?
Lei - E ora niente, sono veramente un idiota
Lui - Va bèh, dai, son cose che capitano...
Lei - Eh, capitano... capitano sempre a me però ! Ma che non ce l'ha mai il turno di riposo la mia sfiga ?
Lui - ...a proposito, m'è venuta fame
Lei - ...
Lui - ...
Lei - ...che c'entra " a proposito " ?
Lui - Visto che tu parlavi di camerieraggio...
Lei - Visto che io parlavo di camerieraggio, cosa ?
Lui - Visto che tu parlavi di camerieraggio ho pensato al cibo e mi è venuta fame
Lei - E cosa c'entra il camerieraggio col cibo ?
Lui - Come "cosa c'entra" ? Cosa porta il cameriere ?
Lei - Le tovaglie
Lui - Si, va bèh, ma oltre alle tovaglie ?
Lei - Le posate, i bicchieri, i tovaglioli...
Lui - Si, ma porta anche il cibo !
Lei - Se è per questo porta anche da bere. Perché non t'è venuta sete ?
Lui - Perché mi è venuta fame ! Cazzo, ma mi devi sempre far discutere su tutto !?
Lei - Comunque non m'importa...
Lui - Non t'importa se mi è venuta fame ?
Lei - No, stavo pensando al colloquio, i titolari erano antipatici
Lui - Non stavamo parlando di cibo ?
Lei - No. TU stavi parlando di cibo, IO parlavo del pub
Lui - Che pub era ?
Lei - Perché parli al passato ? C'è ancora quel pub, sai ? Non ha smesso di esistere solo perché non ci ho fatto il colloquio
Lui - Dio che palle ! Va bene... allora... che pub E’ ?
Lei - Non lo conosci
Lui - Cosa ne sai se lo conosco o no ?
Lei - Non lo conosci ti dico, è un po' fuori città
Lui - E allora ? Magari ci sono stato
Lei - Naaaa, non è il tuo ambiente
Lui - E quale sarebbe il mio ambiente ?
Lei - In termini di pub ?
Lui - Non so, fai tu...
Lei - Dunque, in termini di pub... dunque...
Lui - Il Racuda mi piace molto
Lei - No, quello non è adatto a te
Lui - Ma quello mi piace
Lei - Ti dico che non è adatto
Lui - Ma saranno cazzi miei se mi piace il Racuda ?
Lei - Lo vedi che non capisci niente ? Ti ho detto che non è adatto, lo saprò io, no ?
Lui - E quale sarebbe un locale adatto ?
Lei - Il Cencinquantuno, ad esempio
Lui - Il Cencinquantuno ? Il Cencinquantuno mi fa schifo, è pieno di pottini che se la tirano !
Lei - Mi dispiace per te
Lui - Ma che cazzo ti devi dispiacere !? A me quel locale mi fa schifo !
Lei - " A me mi " non si dice ed è inutile che ti innervosisci, non è mica colpa mia se frequenti i locali pottini
Lui - Io non frequento i locali pottini !!
Lei - Vedi, il fatto che ti scaldi tanto è chiaro sintomo che questa cosa ti tocca
Lui - a me pare il chiaro sintomo che dici un sacco di fregnacce
Lei - Scusa, ragiona: il Cencinquantuno ti fa schifo, dici, giusto ?
Lui - E' quel che ho detto
Lei - Per dire che ti fa schifo vuol dire che ci sei stato, giusto ?
Lui - Bèh, è logico...
Lei - Vedi bene che tu hai frequentato quel posto
Lui - Ma ci sarò stato 3 volte in tutto !
Lei - Sono affari tuoi. Del resto cosa vuoi che me ne freghi dei locali che frequenti ?
Lui - Hai iniziato TU a parlare di locali !!
Lei - E allora !? Non si può parlar di niente ? O si deve parlare solo di quello che piace a te ?
Lui - Ma chi ti dice niente !? Per me possiamo parlare di quel che vuoi...
Lei - ...come se tu fossi un buon conversatore
Lui - Perché, ora non sono capace neanche a conversare !? Ma lo sai che sei una bella stronza !?
Lei - Non sono stronza, sono realista. Non è una colpa essere sinceri
Lui - Tu la vedi in un modo, io in un altro, credo che siano le 2 facce della stessa medaglia
Lei - ...ma come parli ? Ma ti senti ?
Lui - Perché ? Come parlo ?
Lei - Sei di un abissale, inesplorata futilità
Lui - Cosa ?
Lei - Lascia perdere...
Lui - No, no ! Io non lascio perdere un bel niente ! Cos'è che hai detto ?
Lei - E cosa ti fai ?
Lui - ...ÈH !?
Lei - Oh, mai che tu capisca le cose alla prima, ti ho chiesto: "cosa ti fai ?"
Lui - In che senso cosa mi faccio !?
Lei - Da mangiare, non avevi detto che avevi fame ?
Lui - Me l'hai fatto passare l'appetito !!!
Lei - Affari tuoi
Lui - Affari miei provocati da TE !!
Lei - Mi è venuta fame...
Lui - AFFARI TUOI !!!
Lei - E certo che sono affari miei ! Non vorrai manipolarmi anche l'appetito, spero !
Lui - Io non ti voglio manipolare un bel niente !!
Lei - Però lo fai
Lui - Chi !?
Lei - Come " chi ? " !!?? Mio nonno !!!
Lui - Tuo nonno è morto !!!
Lei - Esatto, da 3 anni ! E nonostante questo è più sveglio di te !!!



Fatuwski


Fine 2° “Una splendida Coppia”
(Ne verranno altre)

venerdì 1 novembre 2013

Questa è la vita ai tropici (confessioni di un cameriere sull'orlo sbagliato)

Questa è la vita ai tropici


Un cliente mi entra al bar, più che un bar è un Caffè, coi tavolini fuori, io ci lavoro, appunto, come cameriere ai tavoli, sono sulla soglia del bar e accolgo il cliente entrante che è un ragazzo, avrà 30 anni (si, chi ha passato i 35 quelli di 30 li chiama “ragazzi”), è un tipo un po’ schizzato, rissoso, si fa di coca ma di rado perché non c’ha un lavoro vero e la coca costa, cazzo se costa e sta protraendo i giorni di malattia per una frattura al braccio di 4 mesi prima, non c’ha voglia di tornarci là dentro, lo capisco, però anche là dentro l’han capito e non vedono l’ora che torni per licenziarlo, lui lo sa che loro lo sanno e così finché può non torna, that’s the life in the tropics, questa è la vita ai tropici, qui nel tropico del buco del culo della Toscana in questa città che in realtà è un paesone. Ed è un paesone dimmerda.
Poi tutto, come ben sappiamo, dipende dai punti di vista, ma io quando sono un po’ tranquillo, quando l’ansia mi da pace (da mia madre ho ereditato l’ansia e la miopia. Grazie mamma) e guardo dentro alle altre auto è raro che veda qualcuno sorridere. Magari hanno il macchinone. Magari hanno il macchinone con uno stereo da paura e la televisioncina cretina per anestetizzare i bambini dietro nei viaggi lunghi che se magari c’è da parlare che cazzo gli dici? Niente gli dici, stronzo, stai muto che fai meno danni. Magari ci hanno il macchinone, lo stereone, la televisioncina, la moglie piacente, l’amante figa, i soldi, la casa e Dio dalla loro parte, MA non sorridono neanche loro.
That’s the life in the tropics.
Insomma il ragazzo entra, io lo saluto sulla porta, gli dico ciao Gigi e sorrido, lui mi guarda dritto negli occhi e mi dice a muso duro “Gigi sto par di coglioni, io mi chiamo Vittorio” e io capisco che oggi non sarà una buona giornata e che arriverò al termine delle 10 ore ancora una volta spossato e svuotato e che per quanta grinta ci metta alla fine non dico che vincono loro ma insomma mi lasciano dolorante. Dolorante dentro dico. Si, anche fuori, tipo ai piedi che a forza di marciare su e giù tra il bancone e i tavolini in piazza a portar cose che io non posso bere (!) finisco coi piedi che sono un po’ provati ma essi sanno che se la sera poi voglio i miei giochini (costosi) devono faticare e muti che poi stan bene anche loro dopo, quindi che non rompano. Guardo fuori con le mani dietro la schiena a perfetta postura del cameriere perfetto e quindi è inutile che m’incazzi ogni volta che mi chiamano “cameriereee” dal tavolo, anche se tutte le volte mi sento come se mi dicessero “ehi stronzo, vieni qui”, e qualcuno lo usa anche quel tono, meno male che sono 25 anni che lo faccio questo lavoro (che non è il mio lavoro!) e sono indurito anch’io come i miei piedi e in genere so come gestire la situazione ma insomma, come dicevo, alla fine delle 8/10 ore è fiaccante questo stare all’erta sorridente e ansioso, candido come una colomba ma vigile come il serpente che mi sento sempre vagamente un filino demente, come da mio copione sovente. Qualche raro imbecille qualche volta mi chiama schioccando le dita e io gli dico che ha visto veramente troppi, troppi film brutti. Intanto sono pronti i 2 Mojito e il Margarita per il 13, me li berrei tutti e 3 in 20 secondi netti come facevo in quel mega locale dove lavoravo a Milano, un Tex-Mex, capienza 1200 persone, milleduecento mica discorsi, di texano-messicano quel locale aveva i somberos appesi alle pareti e la cucaracha  come musica che dopo 3 ore ti aveva già stracciato i coglioni, per il resto; i cuochi, gli aiuto cuochi, i lavapiatti erano tutti cinesi che producevano come formiche ipervitaminizzate, i barman erano siciliani, i proprietari decisamente milanesi e i camerieri nomadi. Ai camerieri era proibito bere, quindi facevo la comanda ai barman, che stavano preparando 150 cose differenti per il solito migliaio di persone che tutte le sere c’erano in quel localone, con quelle 3 mega-sale, tutto in legno, accanto al mitico Hollywood, il locale più stronzo d’Europa. Spesso Vip dentro al mio Tex-Mex, tutte le sere tavolate di modelle, belle, bellissime, troppo magre, troppo giovani, ma soprattutto, per carità, non le fare parlare ! Se le guardavi fisse negli occhi acquosi potevi vederci il cervello dentro che galleggiava strafatto di cocaina che (tra l’altro) aiuta a non sentire appetito.
That’s the life in the tropics.
Nel corso della seratata macinavi miglia a velocità di marcia sostenuta, noi camerieri eravamo così allenati che se non fossimo stati così tutti ciechi e doloranti dentro, avremmo potuto gareggiare per le olimpiadi, cazzo, avremmo potuto gareggiare per i 10mila metri con la sigaretta in bocca. Insomma, per poter bere, io portavo ai barman la comanda per uno dei miei tanti tavoli già in uso, tornavo dopo 5 minuti, prendevo i drink, voltavo l’angolo, trangugiavo tutto e buttavo la comanda che sarebbe dovuta arrivare alla cassa, sempre col terrore di essere scoperto che mi procurava come immaginerete un'altra po’ di ansia. Facevo così anche per il cibo, andavo in bagno col mio mega burger chili (squisito !) e mentre trangugiavo bocconi che avrebbero strozzato un rinoceronte, facendomi dei groppi in gola che scatenavano lacrimoni da cartone animato, cercavo di evitare di chiedermi che cazzo di vita fosse questa, a lavorare tutte quelle ore per poi tornare in un monolocale così fatiscente che non l’avrebbe voluto nemmeno la piccola fiammiferaia a bere fino a svenire. Ero a Milano per tutt’altri motivi che non fossero il sopravvivere in una metropoli ma chettelodicoaffare ? That’s the life in the tropics. Ma insomma qui, al Caffè, in Toscana, non lo posso fare, io ho smesso di bere, ho smesso per me, per la mia famiglia alla quale rendevo impossibile l’esistenza; davo loro un ottimo pretesto per essere infelici, voglio dire, da qualche parte uno deve attingere per la propria infelicità e allora si attacca dove può. Ecco, loro si erano attaccati ai miei demoni e ora sono un po’ infelici e mia madre è in ansia (grazie mamma) perché non trovano un buon pretesto che regga il confronto e comunque per quanto mi riguarda se la situazione di prima, da alcolista, era il peggio,  mentre questo dovrebbe essere il meglio vi dirò che la nostalgia è tanta ma si tiene duro e si tira dritto. Per chi e perché poi si tira dritto mica lo so. Sono domande che evito accuratamente cercando qualche altro materiale che faccia da sostituto all’alcool, come dicevo ognuno si attacca dove può, that’s the life in the tropics. Porto i 2 Mojito e il Margarita al tavolo; il tavolo è composto da 3 ragazze carinissime, un po’ civettuole, tutte vestite da piazza del centro di questo paesone, parlano tutte e 3 contemporaneamente che riescono a capirsi solo loro e forse neanche, ma fa niente, l’importante è dire, se poi gli altri non capiscono sono fatti loro, no ? Appoggio i bicchieri in una torsione del busto innaturale per tenere il vassoio dritto con la sinistra e appoggiare con la destra sul tavolo il beverame, le ginocchia un po’ flesse, in una postura che non ho mai capito se mi fa sembrare un cretinio ma di sicuro me lo fa sentire, dico loro, ehi, dentro c’è un buffet a vostra disposizione, è gratis, dico loro, va con le consumazioni che avete preso, potete prendere tutto quello che volete tranne i tavolini e la macchina del caffè, loro si zittiscono, mi guardano come se l’avessi tirato fuori e stessi per pisciargli sul tavolino e fanno la faccia, quella faccia che mi dice che non hanno capito ma che qualsiasi cosa abbia detto è bene che non mi allarghi e che resti nel mio ruolo di cameriere, io dico loro era una battuta, loro fanno aaah dentro la testa, mi sorridicchiano freddine e mi ringraziano dandomi del lei e facendomi capire che non me la darebbero nemmeno se le sposassi e che sono anche un po’ in là con l’età per quanto le riguarda, che un 37enne che fa il cameriere non è che sia proprio il loro target di uomo e che sarebbe più conveniente per me se smettessi di fare sempre il coglione, io torno via dal tavolo verso una nuova e meravigliosa comanda a un tavolo di francesi, nessun problema per me, parlo 3 lingue, 4 se si conta l’aretino, anche se spesso mi pare di parlare una lingua ai più ignota, nessun problema se i francesi vogliono la lista dei vini, nessun problema se mi tengono al tavolo chiedendo cose assurde tipo a che ora apre il museo etrusco (la risposta giusta e diretta sarebbe e che cazzo ne so io di quando apre il museo etrusco!?) e facendomi perdere tempo e innervosendo gli altri tavoli che si contagiano il panico tra loro e cominciano ad andare in fibrillazione perché sono già 4 minuti, cazzo, che si sono messi a sedere, cazzo, che fa il cameriere, cazzo, dorme ? Nessun problema quando mi fanno ripetere nella loro lingua del cazzo per 3 volte i gusti di gelato che abbiamo, rificcano la testa dentro al menù, dove, come ho già loro spiegato NON CI SONO SCRITTI i gusti del porco gelato, puttana Eva, glieli devo dire io, e glieli ho già detti 3 volte, tirano su la testa dal menù e mi chiedono candidi e un po’ scocciati, insomma il pistacchio non ce l’avete èh ? E io so con assoluta certezza che prima o poi me lo farò quel cazzo di bicchiere, èh se lo so, e so anche che quel primo bicchiere sarà quello di troppo perché per quelli come me 1 è troppo e 100 mila non bastano.
That’s my life in my tropic.
Questa è la mia vita del cazzo in questo mio tropico del cazzo.


...certi clienti andrebbero serviti cosi !
Voglio vedere come fai a bertelo adesso !


Fatuwski