venerdì 15 novembre 2013

CEIS: 30 anni di indipendenza


CEIS
30 anni di indipendenza


Io sono dipendente da sostanze pesanti quali eroina, cocaina e tutti i derivati che riuscite a farvi venire in mente, passando dagli acidi agli psicofarmaci, dall’MDMA cotto e consumato direttamente in discoteca financo all’aspirar colla come fosse l’ultima boccata di ossigeno prima di infilarsi in un apnea di sconvolgimento, dall’€ del gratta e vinci alle 1000€ al giorno spese in una slot machine, io sono il consumatore perfetto, il compulsivo per eccellenza, il cliente ideale della disperazione, il Re della dipendenza.
E naturalmente sono anche alcolizzato.
Avete idea di quanto alcool ci voglia per sfamare un alcolizzato ?
Fate conto di dover riempire una piscina con un secchio,
che è già dura di sé, ma poi c’è pure il trucco; la piscina è bucata.
Un oceano di alcool.
Quel liquido che ha fatto più morti della peste, del vaiolo e dell’aids messi insieme.
Chissà perché quest’ultimo, visto che è il più pericoloso, viene tollerato e pubblicizzato dappertutto con gente fichissima che si diverte ?
Sarà mica che lo stato con l’alcool ci guadagna tassandolo mentre i proventi del traffico di droga vanno in altre tasche e deve andare così perché la formula funziona ?
Non voglio credere a questa fandonia; se uno esagera con il bere la colpa e responsabilità è solo sua, altrimenti tanto varrebbe indurre le persone al collasso economico e morale legalizzando, che ne so, il gioco d’azzardo in tutto il paese e tassandolo pochissimo rispetto ai ricatti impossibili nei confronti di altri settori, ben più utili, che soccombono miserrimamente o inserendo la possibilità di scommettere soldi reali e tanti in punti cruciali come internet, accessibile ormai anche ai poppanti o per assurdo andare a fare un versamento in posta e trovare l’impiegato che è costretto dall’azienda (Poste Italiane) a consigliarti di comprarti il gratta e vinci tanto che sei lì a pagare la bolletta.
Ma per carità… non è mica una truffa èh, qualcuno lo vince 1 milione… peccato che non saremo mai né io, né te.
Caro stato: ti piace vincere facile, èh ?
Io sono un tossicodipendente compulsivo alcolizzato e gonfio di psicofarmaci.
E lo stato si comporta di merda.
E con queste premesse adesso posso dirvi di tutto.
E sto per farlo;
Io sono l’ultimo imbecille al mondo che fa uso di sostanze sostenendo che lo fa per divertirsi e che “posso smettere quando voglio”. Ora; acclarato il fatto che oltre che tossico sei un imbecille ti posso garantire che la favola di Cappuccetto Rosso è più credibile.
Io sono il ragazzino talmente ubriaco e pieno d’alcool che continua inebetito a bere facendo un sacco di ginnastica con quel gomito, su, giù, su, giù, una faticaccia, tanto che alla fine ci vomita dentro al bicchiere ma è così ubriaco che se lo ribeve lo stesso… tanto è solo alcool, si sa, per una bella sbronza è meglio stare a stomaco vuoto così risparmi pure i soldi che papà ti ha dato per la pizza. E ci bevi.
Io sono la signora che ha passato la vita a tirar su i figli del marito che invece si è dedicato alla carriera, lui adesso è un manager di successo vive abbronzato, gira il mondo e mi riempie di corna e io per non pensarci prendo tanti di quegli psicofarmaci che sono così rincoglionita da non riuscire nemmeno ad aiutare mia figlia a fare i compiti di scuola. Mia figlia per l’esattezza ha 11 anni e fa la quinta elementare.
Io sono il 20enne che ha tirato tanta di quella coca che si sente di dover tirare altrettanto la macchina fino a 190km/h e per far bene le cose tira dentro a un frontale i 3 amici in macchina con lui, ammazzandoli sul colpo, più la coppia dell’altra macchina. Io mi sono salvato nel senso che sono rimasto solo paralizzato. Non mi sono fatto un giorno di carcere ma non indignatevi troppo, nel giro di un mesetto mi sono suicidato per il senso di colpa.
Io sono la sedicenne carina che il sabato sera non ha problemi a trovare i soldi per trovare il suo grammetto di coca; faccio pompini. E più coca tiro più mi piace farli. Durante la settimana cerco di non pensarci. Tanto lo so che presto sarà di nuovo sabato sera. E’strano però che questi sabati sera si stiano moltiplicando durante la settimana.
Io sono il tossico che siccome non si trova più le vene, ormai logorate, per farsi si spara le pere direttamente nel cazzo sapendo già che questo mi renderà impotente.
Io sono l’ubriaco fradicio che per una gelosia che mi sono immaginato di sana pianta con la collaborazione delle mie paranoie alcoliche ho sfregiato per sempre la faccia della mia fidanzata con l’acido. Era bellissima, adesso la sua faccia sarà per sempre un Picasso.
Io sono il tossico che non ha proprio più niente da perdere né vendere per comprarsi da farsi e mi sono venduto l’unica cosa bella che mi era rimasta; aveva 4 anni e mi adorava. Era il mio cane.
Io sono l’ubriacone frustrato e fallito che ha deciso di mettere fine a tutti questi giorni di dolore e mi sono ammazzato col gas. Peccato che nel palazzo c’erano altre 2 famiglie. Esplose.
Io sono il tossico così strafatto che una notte che dormivo alla stazione ha lasciato che uno straniero violentasse la mia ragazza perché ero veramente così strafatto che non potevo far altro che mugolare e grugnire di rabbia e frustrazione.
Io sono Il padre di famiglia con lo stipendio basso che per arrotondarlo ha provato a giocare alle slot machine presenti praticamente in ogni bar. Ci ho vinto dei soldi e quella è la vincita più sfigata che ti possa capitare perché da lì in poi ogni volta che avrai soldi in tasca il tuo cervello ti bercerà in testa il ricordo di quella volta che hai vinto, annullando la reale situazione: che dello stipendio ne rimane ben poco e ora sei pure coperto di debiti e magari non ci crederete, ma se sei abituato ad una certa ora del giorno ad andare a giocare, a quell’ora cominci a tremare e ad avvertire piccole convulsioni che non smettono finché non infili il primo dei circa 300€ della giornata.
Io sono i 3 ragazzi che si sono fatti insieme di notte dentro al parco recintato, uno di noi è collassato e noi abbiamo avuto paura e siamo scappati e basta… sarebbe bastato portarlo fuori dalla recinzione e chiamare un’ambulanza ma abbiamo avuto paura di chi poteva vedere, avevamo paura di tutte le domande che ci avrebbero fatto gli sbirri, avevamo paura delle manette e dei verbali, essendo recidivi avevamo paura del carcere ma soprattutto la paura più grande: rischiare di non potersi più fare. Lui è morto di overdose. Io, uno dei tre, da quella sera sono definitivamente morto dentro e non vedo l’ora di esserlo anche fuori. Mi basta l’ultima pera, fatemi tutto ma fatemi fare l’ultima pera, in onore dell’amico che praticamente ho ammazzato io, l’ultima, l’eterna ultima, quella che l’ultima non sarà mai.
Queste persone sono io.
Queste persone siete voi.
Queste persone sono i vostri ragazzi.
Quanto mi fanno incazzare tutti quelli che dicono quanto fa male la droga e quanti danni produce l’alcool ma non dicono che…
Quanto mi stanno sulle palle tutti quelli che parlano del fatto che oltre a disintegrare te stesso disintegri anche la famiglia, gli amici e qualsiasi altro tipo di rapporto sociale che non sia di convenienza specifica per quello che devi fare: farti ! Ma non ti avvertono che…
Quanto mi fanno girare i coglioni tutti quelli che dati alla mano ti mostrano il tasso di mortalità, la distruzione del fisico e della psiche, che ti sanno contare ad una ad una le cellule che ti bruci ogni volta che ti fai un tiro di bamba
MA CHE NON TI DICONO MAI E MAI E POI MAI DI QUANTO CAZZO SIA BUONA LA ROBA E DI QUANTA ENERGIA TI METTE ADDOSSO UNO SCHIZZO DI COCA IN VENA, NÉ DI QUANTO SIA FOTTUTAMENTE DIVERTENTE AVERE 20 ANNI ED ESSERE UBRIACO CON I TUOI AMICI, DI QUANTA GIOIA DONA IL SENTIRE IL DINDINDIN DEGLI EURO CHE VINCIVINCIVINCI O CHE POTREBBE SCOPPIARE LA TERZA GUERRA MONDIALE INIZIANDO DA CASA TUA MA TU TANTO HAI SOTTOMANO DEGLI PSICOFARMACI COSÌ POTENTI CHE RIESCI A NON FARTENE FREGARE UN CAZZO DI NIENTE !
Non è dal male che ne deriva che bisogna iniziare ma si deve descrivere la bestia oscura per quello che è: una bestia di diavolo che in cambio dell’anima ti offre un vero paradiso, il mondo perfetto finalmente ma siccome oltre che bestia ‘sto diavolo è un gran figlio di puttana, il paradiso te lo lascia per poco, pochissimo tempo perché presto non ti fai più per star bene ma per non star male, presto la cocaina ce la dovrai avere sempre sotto mano per non impazzire di nervosismo, presto dovrai bere già dalla mattina altrimenti non sarai in grado di andare a lavorare tanto ti tremano le mani, dovrai andare in giro senza soldi in tasca per proteggerti, ti dovrai chiudere in casa a doppia mandata perché dopo la “luna di miele” del godimento entra la paura…
e quella non va più via.
Questi siamo tutti noi, in astinenza o in potenza, ovvero in procinto di… perché TUTTI quelli che hanno queste brutte abitudini sono tanti, tantissimi, ma sono un universo nascosto che tira a campare, tutte persone che si alzano dal letto iniziando il teatrino falso e macabro della vita finta, quando la loro realtà è mettere mano a una pasticca, a una spada, a una striscia, a una bottiglia, a una slottina. Siamo capaci di andare avanti per anni senza che magari nessuno se ne accorga, perché siamo furbissimi nella nostra stupidità, siamo fortissimi nel nascondere la nostra condizione di debolezza, siamo invisibili agli altri nel nostro cratere di dipendenza ed è per questo che siamo tutti a un passo da…
a una passo dalle storie che vi ho raccontato
e che sono tutte vere
e che sono le storie che leggi sul giornale o senti al notiziario e che con la classica delle più classiche delle frasi, al pari di “posso smettere quando voglio” è il pensiero che rifiuta qualsiasi tipo di indizio e ti dice “a me non capiterebbe mai”,
“nella mia famiglia non capiterebbe mai”,
“ai miei ragazzi, una cosa di questo tipo non potrebbe mai accadere”.
E quando accade è troppo tardi.

E poi finiamo che noi siamo quelli che non ci vuole bene più nessuno.
Noi siamo i Giuda di noi stessi.
Noi siamo i disadattati, gli unici dentro a un inferno che è pieno di gente, ma è pieno di uomini e donne tutti quanti soli. Una folla di solitudini.
Noi siamo quelli che abbiamo veramente bisogno di una mano quando in rari momenti di lucidità decidiamo che ne abbiamo abbastanza di tutto questo e vorremmo miracolosamente riscattarci.
Ma nessuno ci aiuta più.
Nessuno si fida più.
Noi siamo quelli così border line che non ci affacciamo più dalle finestre alte perché la tua anima potrebbe uscire un attimo da tutta quella merda con cui l’hai coperta per non sentirla più, potrebbe uscirne giusto quell’attimo per darti quella bella spinta e farti volare di sotto e vaffanculo a tutto.
E allora, giocoforza, finiamo alla deriva dell’unica porta che rimane aperta a noi ormai disadattati: il Ceis.
Chiamatela carità cristiana, chiamatela ottusità di fronte all’evidenza delle statistiche, chiamatela speranza immortale,
chiamatela come vi pare ma tutti quegli esempi, veri, mica discorsi, che vi ho citato prima, potrebbero essere un numero elevato all’ennesima potenza se non ci fossero
quei buoni che però non sono coglioni,
quei fessi incapaci di non offrire un aiuto all’ultimo dei miserabili,
quegli inconcludenti che tirano via dalla strada buia e assassina migliaia di persone come me, come noi, come voi,
come te
e come i tuoi figli.
…quelli del Ceis.

Buon 30° Ceis e grazie se una macchina di morte in piena notte mi ha messo sotto perché come l’ultimo degli impavidi coglioni ho voluto attraversare quella strada buia e sbagliata e tu solo (a parte i miei) ti sei preso la briga di raccogliere le ossa da terra e rimettermi in piedi e di aver fatto in modo di poter dire anch’io la mia e magari farmi fare anche a me la mia particina per aiutare il prossimo stronzo nel quale mi rivedo come in uno specchio 5 anni fa, a smettere di mangiarsi la vita e di cominciare a gustarsela.




Fatuwski





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