domenica 23 febbraio 2014

BECCATO !

BECCATO !

E' notte. L'attore sta acquattato a bordo scena, si nasconde dietro un cassonetto della spazzatura. Sullo sfondo un distributore di benzina, illuminato, 4 pompe, self service 24h su 24h, tranquillo. L'attore scruta la notte falcidiata dai rari fanali delle macchine in corsa. Un auto imbocca l'entrata del distributore.

- Eccone uno... eccone uuunooo... guardalo, guardalo... il bastardo... e ora non gli fa freddo, vai ! 

(balza in piedi urlando) 

- TE !!! Te, si ! T'ho beccato, èh !? Che fai !? Si, te, qui, ora, CHE FAI !!?? Ah, fa benzina lui, certo, fa benziiina ! Ma bravo. E per fare benzina devi andare all'una e 1/2 di notte in un self service in periferia ? Eh !? Non la puoi fare di giorno la benzina ? No, vero ? Amico tu non me la dai a bere, tu stai andando a puttane ! Come chi !? Te, si, cosa credi che sia stupido !? Ho studiato tutta la zona, io, sai ? Avanti di qua a 500 metri ci sono le nigeriane, tornando indietro e voltando alla seconda a sinistra ci sono le albanesi e 2 km dopo il ponte ci sono i trans, ergo questo distributore è in un punto altamente strategico per i puttanieri come te che magari si prendono un attimo di sosta per decidere da chi andare stasera e intanto approfittano per mettere benzina. Perché la benzina vi serve, vero ? Vi ho studiato bene a voi, non vi fermate alla prima che trovate, macché ! Siete esigenti, volete controllare chi c'è, valutare la merce esposta, magari fermarvi, chiedere la tariffa, scambiare due chiacchiere, una palpatina... ve la godete la sortita notturna, èh maiali !? Cosacosa ? Comecome !? Dàài, non cercare di negare, sei ridicolo, non hai attenuanti, il tuo scopo è chiaro, limpido, palese, cristallino, non è possibile venire a mettere benzina qui, a quest'ora, per caso... ma dai, ma chi vuoi prendere in giro... e allora sentiamo, su, cosa ci faresti qui a quest'ora se non devi andare a puttane ? ... Il cameriere ? Fai il cameriere e hai finito di lavorare a quest'ora ? Con quella faccia lì fai il cameriere !? Màh... Io per essere servito da uno come te pretenderei la mancia ! Senti, non ci credo che fai il cameriere e comunque, anche se fai il cameriere e hai finito di lavorare stavi COMUNQUE venendo a puttane ! Su questo non transigo ! ... Mi fai veramente schifo, ma non ti vergogni ? Magari sei pure sposato... èh !? Non sei sposato ? Beato te ma mi fai schifo uguale e non smettere di vergognarti ! Ti piace pagare le donne per farci l'amore, èh ? Ma non ti rendi conto che c'è qualcosa di fondamentalmente sbagliato e perverso in questo ? Come pensi di riuscire ad essere accettato dalla società se mantieni questi vizietti abominevoli ? Quali valori trasmetterai ai tuoi figli ? Di cosa parlerai con loro ? Della bionda in pelliccia al terzo lampione della vecchia statale !? E non venirmi a dire che non l'hai mai vista ! Come "quale" ? Quella che ha sempre la borsetta rossa con gli strass, quella con 2 meloni grossi co... va bèh, non la conosci, lascia perdere ! Senti, io ti capisco, sai ? Non ce l'ho con te, capisco cosa vuole dire stare sempre solo, senza uno straccio di femmina accanto, si, dirai tu, c'è la moglie, ma quella è diventata solo una rompicoglioni con la quale non c'è più dialogo, farci del sesso poi è letteralmente impossibile e magari oltretutto ti controlla la macchina, il contachilometri, le ruote, per vedere se la notte sei stato in giro chissà dove... come dici ? Ah già, tu non sei sposato... èèh, hai fatto bene, hai fatto ! Ma questo non giustifica il fatto che tu vada a puttane, sai ? Eh no, caro mio ! Un uomo che è un uomo ha da comportarsi da uomo e non basta una semplice scusante, i problemi con la moglie o il freddo della solitudine per permettersi di cadere così in basso da cercare un po' di conforto in uno squallido amore mercenario ! Si deve essere forti e combattere le proprie debolezze ! Non siamo animali ! Il piacere sessuale deve essere accompagnato da un profondo rispetto sia nei confronti dell'altra persona che nei confronti della società che considera giustamente osceno da parte dei suoi componenti accompagnarsi con delle zoccole ! Per non parlare poi della morale cattolica ! Tanto per cominciare non puoi fare sesso al di fuori del matrimonio, quindi; o quella puttana la sposi oppure non ci vai ! Certo, una volta sposata capacissimo che dopo uno o due anni ti ritrovi con un'altra rompicoglioni in giro per casa che ti controlla il contachilometri e allora sei punto e a capo, ma continuiamo: se vai a puttane te lo dovrai mettere il profilattico, no !? ECCO !! PECCATO MORTALE !!! Il sesso serve per procreare, mica per godere come maiali in vacanza ! Per non parlare poi dei transessuali ! Si, lo so già, tu mi dirai che a volte sembrano proprio donne e che alle volte, finché non li vedi nudi, non ti accorgi della differenza, ma QUESTE SONO SCUSE !!! Stai sicuro che se restavi a casina tua, con tua moglie, SI, HO CAPITO CHE NON CE L'HAI UNA MOGLIE, FACEVO PER FARE UN ESEMPIO !!! Se stavi a casina tua insomma, non ti succedeva di andare con un uomo e quello caro mio, si chiama rapporto o-mo-ses-su-a-le ! Hai bisogno che ti ricordi come la pensa la chiesa a proposito dei rapporti omosessuali ? Vacci tu dal Papa a spiegargli che era buio e che quello ci aveva le tette e la gonna... SODOMIA !!! Ecco cos'è ! Sodomia bell'e buona ! Roba da 15000 anni di purgatorio a botta ! Mica discorsi ! ...ora non fraintendermi, ti ripeto; io non ce l'ho con te, io ti capisco, anzi sono dalla tua parte, io voglio esserti alleato, ma devi capire che la società è contro di noi. Hai sentito cosa sono arrivati a fare ultimamente i vigili urbani ? Fotografano le auto che si fermano lungo i viali e poi ti mandano la foto a casa, con il verbale e allora cosa gli dici alla moglie ? Che stavi chiedendo un informazione !? Cosa ? Si, HO CAPITO CHE TE NON CE L'HAI LA MOGLIE ma mica puoi pensare solo per TE, cazzo !! Non fare l'egoista che tanto siamo tutti sulla stessa barca ! E' inutile lottare da soli, non si arriva da nessuna parte, bisogna unirci, formare dei gruppi, delle cooperative, eleggere persone che curino i nostri interessi, che ci tutelino da questa società moralistica dei miei coglioni, perché io non capisco con quale diritto mi si possa negare la libertà di andare a puttane !! Che forse faccio del male a qualcuno !? Che forse do fastidio !!?? NO, per Dio !! E allora io mi chiedo: MA CHE CAZZO VOLETE DA ME !!!??? Sarò libero di fare quel che voglio o no !!?? Dico bene !? ...èh !? ...òh, scusi ? ... Ma dove va, scusi ? Aspetti, non riparta, non ho finito ! Guardi che nella direzione in cui sta andando non trova nessuno a quest'ora... se vuole vengo con lei, io conosco bene il posto, l'ho studiato... guardi se vuole la presento ad una che se ci andiamo in 2 ci fa lo sconto... la prego, mi dia un passaggio che non posso usare la macchina che mia moglie mi controlla il contachilometri, aspetti ! ...aspetti !! ... ( l'auto parte e si allontana ) ... PERVERTITO !!! ...ma porca puttana... 

L'attore si riacquatta dove prima in attesa…

Fatuwski

sabato 22 febbraio 2014

Oòòh... come sto bene !

Fatuwski - Va bene, dai, dammi un titolo
Enzo - " COME STO BENE ! "
Fatuwski - Questo sarebbe il titolo !?
Enzo - Oh yess
Fatuwski - Ma mi prendi per il culo ? ti sembra che stamani abbia la faccia di uno che ha voglia di scrivere "come stò bene !" ?
Enzo - Orsù giovine scrittore, orsù piccolo scrivano, orsù creatore letterario, all'opera !
F - Orsù Enzo, vaffanculo !

Òòòh... COME STO BENE !

Oòòh, come sto bene oggi io, guarda, ma bene ! Ma bene che bene che aiutami a dir “bene !”. Sono felice, allegro, questa mattina ho portato il mio canino a fare i bisogni e ho salutato tutti quelli che ho incontrato e tutti hanno risalutato me.
Tutti tranne la barista.
La barista è una signora con una faccia arcigna, di un’età approssimativa compresa tra i 53 anni e i 2 secoli, ed è brutta come il Fèi ! Sai quanto era brutto il Fèi ? Il Fèi era così brutto che un giorno incontrò un gruppo d'orsi; òh, scapparon tutti e il più piccino svenne ! Ecco quanto era brutto il Fèi. Ecco quanto è brutta la signora.
Essa ti guarda sempre sospettosa, lei sa con matematica esattezza che tu hai fatto qualcosa di male, non sa cosa, ma sa che qualcosa hai fatto. A dirla tutta pagherebbe dei bèi soldi per conoscere il tuo crimine e poi forse, conosciutolo, a quel punto rimarrebbe anche un po’ delusa perché si aspettava chissà ché e allora forse, ma dico forse, al mattino non dico che potrebbe arrivare a sorridermi, quello no, ci mancherebbe, ma magari, ormai svelato il mistero e scoperta la mia colpa e dimostrato quindi che aveva ragione lei; che sono un peccatore della peggio risma, forse potrebbe rispondere al saluto dall'alto di una commiserazione malcelata… E allora sapete cosa ho deciso di fare ? Le racconto i miei crimini, così si dà una calmata e non mi guarderà più a quel modo !
…certo
... ma cosa le racconto ?
Voglio dire: io in realtà non ho mai commesso crimini pesanti, anzi, a dirla tutta anche quelli leggeri pochi... vediamo un po'...
MI MASTURBO ! Ho trovato, domattina vado al bar, chiedo un caffè e poi le dico:
- Signora, io mi masturbo ! Spesso vado di fantasia ma ci ho anche due riviste porno, un po' sgualcite a dirla tutta, capirà, son sempre quelle... 2 volte... no, facciamo 3 volte al giorno ! Ecco, è contenta signora ? Io ( pausa ) mi ( pausa ) masturbo ! Ora mi saluta più volentieri ?
...e se quella non fa una piega ?
Forse ci vuole qualcosa di più peso... dunque...
NON HO FINITO LE SUPERIORI !! Ecco ! Domattina, sul presto mi presento al bar, chiedo un caffè, anzi, un caffè corretto che preso di prima mattina è un chiaro sintomo di cattiva nutrizione e indizio di alcolismo, si si, entro, chiedo un caffè corretto con lo Stravecchio ( Madonna che schifo, come farò a berlo lo so solo io…) e poi la guardo in faccia e le dico:
- Signora ! - e qui una bella pausa che fa suspance - Signora !! ( la ripetizione dà forza al discorso ) io non ho finito le superiori ! ...e mi tocco !! Parecchio !!!
Vai, dovrebbe andare, passo di sicuro per un troglodita...
…cazzo, e se non le ha finite neanche lei le superiori !? Ci faccio solo la figura dell'imbecille e ottengo zero commiserazione...
devo trovarmi anche qualcos'altro...
TENGO LA CASA CHE E' UN MAIALAIO !
Eèèèèèh, questa è una carta jolly, con una donna queste cose funzionano, la stendo di sicuro ! …e se poi vuole venire a controllare ? Va bèh, domattina prima di andare al bar metterò un po' in disordine... bene ! Allora ci siamo: domattina presto mi presento al bar, chiedo uno Stravecchio... doppio ! Voglio andare sul sicuro, poi la guardo sul muso e le dico:
- Signora ! -
...anzi...
- Senti, stronza ! Ma lo sai che la mia casa è un letamaio ? Pensa che qualche volta faccio la cacca e non tiro nemmeno lo sciacquone ! E poi io non ho finito le superiori... si, anche te, ho capito,MA IO DI PIU’ !! E poi io mi tocco un casino ! Devi vedere che lavoro qui sotto: tutto gonfio, violaceo, c’ho le bolle c’ho ! Devi vedere che lavoro, è uno schifo !!
Basterà !? Io penso di si ! …certo se mi dichiarassi anche omosessuale farei proprio un figurone... èh, in questi paesini ancora fa colpo una cosa così...
Vai, andata ! Allora ricapitoliamo: domattina alle 5 vado al bar, anzi no, stanotte alle 3 e mezzo mi presento a casa sua... sbronzo, cazzo !! M'attacco al campanello e appena la signora s'affaccia le dico:
- Senti ! Grandissima bagascia !! Io sono gay... e ho una relazione con tuo figlio ! Come dici ? Non ce l'hai un figliolo ? E ALLORA E' TUO MARITO !! Si, perché te sei così brutta che al confronto il tù marito sembra il tù figliolo ! Poi io vivo nel putrido e caco in cucina... non solo ! MI SONO VENDUTO LA LICENZA MEDIA PER COMPRARMI LA DROGA e inoltre IO M'AMMAZZO DI SEGHE, si signora, PERCHE' ANCHE I GAY SI MASTURBANO !!! E poi gli vomito sullo zerbino !!!


Che dite... secondo voi così mi saluterà più volentieri ?

Fatuwski


martedì 18 febbraio 2014

Scusa (per mio padre)

Scusa
(per mio padre)


Scusa se scelgo sempre le compagnie sbagliate.
 E’ che mi piace stare da solo.


Scusa se ho sempre i debiti.
 E’ che la mia moneta di scambio non sono i soldi.


Scusa se faccio collezione di vizi.
E’ che non vorrei far parte di quelli perbene.


Scusa se non mi perdono.
 E’ che col tempo mi sono affezionato alla mia pellaccia che contiene a stento un’anima che è grossa come una fabbrica di ansie ma non mi sto simpatico.


Scusa se ho finito per tenermi per me la mia arte.
 E’ che… niente. Scusa e basta.


Scusa se non ho mai scelto una donna per sempre.
E’ che è sempre successo che mi avevano scelto loro, non io.


Scusa se non mi sono mai fermato in un posto di lavoro e se non ho mai fatto carriera e se non ho mai avuto una sicurezza economica e se non ho mai avuto sottoposti e se non sono diventato importante e se non avrò mai una pensione e se non ho un macchinone gigante e prepotente e un cellulare che costa un patrimonio e vestiti di pelle di Panda fatti da Prada dai cinesi di Prato.
E’ che io interesso a loro ma loro non interessano me.


Scusa se dormo con un cane.
E’ che è meglio avere un cane amico che amici cani.


E quindi scusa, papà, se non sono diventato quello che speravi.
Io ti scuso per essertene andato presto tante vite fa
quando ancora qui c’era da fare
che più che altro avevi da fare con ME.


Cosa vuol dire che sei morto !?
Non è mica una buona scusa !


Ciao Babbo, com’è lassù ?
J


Fatuwski



venerdì 14 febbraio 2014

Fidanzata cerconsi

Fidanzata cerconsi

Proviamo, mi dico e inizio a parlare
di quella che mi piacerebbe incontrare
e lo dico a voi che non vi conosco
raccontandovi un pò dal mio interno un po' losco.
Non cerco una dèa, né una regina,
voglio una ragazza che non sia una ragazzina,
la voglio un po’ fuori, ma che sappia star dentro,
che idee ed emozioni siano il suo centro.
La voglio bellina, ma bella per me,
me ne frego della modella 2 metri per 3.
I denti sporgenti ? Il culo a mandolino ?
M'interessa l'insieme: armonioso e carino !
Ho 35 anni, da poco sòn single
e voglio una tipa che non sia solo un jingle,
voglio un'overtùre, una bella suonata,
magari come me un poco sonàta,
ma sveglia e gentile, che con un sorriso
porti un poco di luce al suo e al mio viso.
La voglio curiosa, che mi spinga a parlare
la voglio che voglia per sempre giocare.
Col mio cane la voglio d'accordo e d'amore
in cambio al suo gatto sarò debitore,
che ami la pizza e i miei strani pensieri,
se la trovo così la prenoto da ieri.
Che le piaccia guardare la luna da un tetto
ma che prima o poi abbia voglia del letto
e la voglio ascoltare senza annoiarmi,
se la trovo m'arrendo e consegno le armi.

Fatuwski 
(10/2008)





Io l’ho trovata J

In bocca al lupo a tutti gli altri.

Ti amo Jaqueline,

non sarò santo ma sono il tuo Valentino.




sabato 8 febbraio 2014

La sfida del Livi al distributore automatico

PREMESSA: Quando la Maria, la mia nonna materna, era un po' in là con gli anni e i primi (primi ?) segni di senilità cominciarono a manifestarsi attraverso qualche madornale svarione, una volta si occupò di preparare l'arrosto con patate per tutta la famiglia. Quando mia madre rientrò la sera trovò pronte solo le patate, quindi domandò alla nonna Maria: "...e la carne ?", mia nonna rispose prontamente: "tòh, così mangian tutta la ciccia e lascian lì le patate !".
Il ragionamento del vecchio Livi, padrone da immemorabile tempo di un tabacchino situato sulla statale che collega Arezzo e Perugia, fu più o meno simile a quello che fece mia nonna; quando gli proposero di installare un distributore automatico di sigarette affinché potesse lavorare anche di notte e anche nei festivi, il Livi rispose: "Tòh ! Così me le fuman tutte !".
Purtroppo il povero Livi non era il solo a gestire quel tabacchino, c'era anche la moglie Irma, un'anziana coriacea di aspetto tuttavia ancora piacente, molto più portata del Livi al commercio che quando riuscì a farsi un'idea abbastanza precisa su cosa diavolo fosse un distributore automatico di sigarette (un "coso che lavora per te mentre dormi... e a gratisse !", come lei poi lo definì), non ci fu verso di farle cambiare idea a proposito della sua installazione e infatti 2 settimane dopo il distributore era montato.
Da qui inizia la storia della sfida del Livi al distributore automatico.
La sfida del Livi al distributore automatico
La prima volta che mi accorsi della presenza di quel distributore automatico di sigarette fu perché me lo indicò un amico che era in macchina con me, lo additò e mi disse: "vedi ? Ora c'è un distributore di smoking anche qui". Eravamo abbastanza vicini a casa mia e mi rallegrai del fatto che non avrei più dovuto fare 10 km quando la notte restavo senza sigarette, ora me ne bastavano 2. Io fumavo moltissimo allora e come spesso capita agli accaniti fumatori mi succedeva di restare senza nicotina e in quel caso entravo nel panico per 2 motivi: il primo è perché è notorio che la nicotina è una droga che da assuefazione, il secondo è che per uno strano meccanismo mentale che colpisce la maggior parte di noi, ti trovi a desiderare una cosa tanto intensamente quanto più non ce l'hai. Effettivamente non è che il genere umano brilli per genialità in questo tipo di cose.
La prima volta che mi servìi a quell'automatico, una sera tarda di fine estate, trovai accanto al distributore, un po' defilato in disparte, nell'oscurità, un omino che mi guardò in cagnesco per tutto il tempo che mi occorse la mia operazione. Non ci feci un granché caso, mi limitai a registrarne la presenza.
La seconda volta che mi fermai lì, trovai di fronte a me altre 2 persone che si stavano servendo. L'omino c'era ancora e ci guardava a tutti e 3 con un odio smisurato, stava soffrendo tantissimo e non ce la faceva più a stare zitto. Il primo cliente si servì di 2 pacchetti di Marlboro light 100'S, raccolse il suo resto, entrò in macchina e se ne andò. Lui l'aveva scampata. Poi toccò al secondo che inserì 2 banconote da 5 mila lire e chiese, digitando gli appositi bottoni due pacchi di MS. L'omino non resisté più, saltò fuori dal suo meandro e urlò : "MA NON CE L'HAI GLI SPICCIOLI !!??", l'avventore si spaventò moltissimo, non gli rispose nemmeno, prese di corsa le sue sigarette e scappò verso la sua moto dimenticandosi del resto, l'omino con una prontezza di riflessi non indifferente per un uomo della sua età, raccolse gli spiccioli dimenticati e si mise a correre dietro al motociclista che nel frattempo aveva già messo in moto e stava partendo, "Il RESTO, MAREMMA MAIALA !! IL RESTO !!!", il motomunito sgommò via e l'omino gli tirò dietro le monete.
L'omino, l'avrete capito, era il Livi che, bestemmiando con disinvoltura, si voltò verso di me e mi chiese:
LIVI - E lei cosa diavolo vuole ?
Io deglutìi a vuoto e risposi:
Io - ...sigarette...
LIVI - Grazie al cazzo ! La mortadella non gliela vendevo di sicuro !
Io - ...
LIVI - E quali sigarette vorrebbe ?
Come dire: m'hai tirato giù dal letto a quest'ora mentre dormivo e ora voglio proprio vedere cosa vuoi.
Io - Diana
LIVI - Diana ! Si fa presto a dire Diana ! quali Diana ? Rosse o blu, morbide o dure ? Un pacchetto ? 2 pacchetti ? 3, 6, QUANTI NE VUOLE !? CE L'HA GLI SPICCIOLI !!!???
Era completamente andato. Aveva delle occhiaie da far paura, evidentemente non dormiva da diverse notti.
Io - Guardi che posso fare da solo...
Tentai io. Non l'avessi mai detto.
LIVI - E certo. Ma bravo ! Vòl far da solo lui !! Certo ! E io che cazzo l'ho tenuto a fare il tabacchino trent'anni, èh !? Per vedere voi ragazzi che ora andate in giro la notte invece che dormire e che si prendono le sigarette dal mio tabacchino !!! Il MIO tabacchino !!! Se vuoi le sigarette le compri il giorno, somaro ! E soprattutto le chiedi a me !! Perché il tabacchino E' 'L MIO !!!
Pausa per riprendere fiato. Era diventato tutto rosso. Poi indicò l'insegna sopra la sua testa e mi domandò:
LIVI - Che c'è scritto lì ? Eh !? Che c'è scritto !!??
Io - ( leggendo ) Tabacchi... self service... 24h su 24h... poi c'è una T grossa, bianca, su sfondo blu...
LIVI - Nell'insegna grossa ! Cosa c'è scritto nell'insegna grossa !?
IO - Tabacchi Liv...
LIVI - LIVI !!! C'è scritto TABACCHI LIVI !!! E' una scritta grossissima, bisogna essere deficenti per non vederla ! E lo sai chi è il Livi !!?? EH !!?? LO SAI O NO CHI E' IL LIVI !!!???
Io - Lei ?
Attimo di smarrimento da parte del Livi. Poi:
LIVI - Chi te l'ha detto ?
Io - Mah... me lo sono immaginato...
LIVI - Ah se l'è immaginato lui. Ma bravo. E allora , visto che ti immagini così bene, se il Livi sono io, a chi le devi chiedere le sigarette ? Caro il mio signor "posso fare da solo" !?
Io - A lei ?
LIVI - Preciso ! A me ! Somaro da corsa che non sei altro !
Cominciavo a capirci qualcosa. Osai:
Io - Ma scusi, signor Livi, se le da fastidio che i clienti si servano al distributore automatico, perché l'ha fatto installare ?
LIVI - PER VEDERE I SOMARI COME TE !!!
"Da corsa", volevo aggiungere, ma poi decisi di tenermela per me. Lui era diventato di una sfumatura amaranto. Il suo vecchio cuore di tabaccaio evidentemente protestò perché il Livi si portò una mano al petto con una smorfia di dolore e riprese fiato. Appena fu in grado di parlare lo fece:
LIVI - Ce l'ha voluto mettere quell'arpia della mì moglie, ce l'ha voluto mettere... Avida che non è altro ! M'ha detto che così si facevano i soldi anche mentre se dormiva. Ma che me ne faccio io dei soldi !? E' una vita che vendo sigarette, avrò fatto venire più tumori io di Chernobyl... - questo lo disse con un certo orgoglio professionale - Son trent'anni che non ci si mòve dal negozio. Io e la mì moglie. La sera si chiude, la casa è di sopra quindi non si deve nemmeno uscire... figlioli non ce n'abbiamo e son trent'anni che si va avanti così; buongiorno, buonasera, una stecca di Muratti, dù pacchetti di Philips Morris marroni... trent'anni, mica discorsi ! E a un certo punto arriva quell'imbecillotto di rappresentante che ci dice "mettete l'automatico. Ormai ce l'han tutti ! Farete più soldi !", ma io CHE ME NE FACCIO DEI SOLDI !!?? IO CE L'HO GIA' I SOLDI CHE MI SERVONO PER MANGIARE !!! Io voglio lavorare, non voglio mica i soldi ! Se questa macchinetta dei miei stivali vende le sigarette al posto mio, io che faccio ? Mi giro i pollici !? E' venuta a rubarmi il lavoro ! A me!! Nel mio tabacchino!!! MA IO GLI DO' FOCO A 'STA MACCHINETTA !!! L'ultima frase del Livi fu sottolineata da uno sportello di automobile che si chiudeva alle mie spalle. La portiera vomitò fuori un ragazzo sui 25 anni accompagnato da una bottiglia di vodka. Non sembrava ubriaco però. Aveva su un cappello nero a tesa larga ed un lungo cappotto dello stesso colore. Con la mano libera armeggiò nel dietro dei pantaloni fino a che non riuscì ad estrarre il portafogli. Tirò fuori una banconota da dieci Euro e si avviò verso il distributore automatico. Lo compatìi, non sapeva quello che lo aspettava. Il Livi gli si parò davanti.
LIVI - Cosa desidera?
RAGAZZO - ( !? ) Sigarette, perché ?
Pensai che ora il Livi avrebbe tirato fuori la storia della mortadella. E invece:
LIVI - Il distributore è chiuso
RAGAZZO - Come chiuso? Ma se è tutto acceso!
LIVI - Allora è rotto
RAGAZZO - Le dispiace se me ne accerto personalmente?
LIVI – Si, parecchio !
La situazione stava prendendo una brutta piega e così decisi di intervenire:
IO - Frega i soldi
RAGAZZO - Ma porca miseria, 'ste macchinette del cavolo! Ora mi tocca di arrivare fino all'Olmo che è a tredici chilometri da qui
LIVI - Magari per andare da un'altra macchinetta
RAGAZZO - Per forza! A quest'ora è tutto chiuso!
LIVI - Perché non le compra di giorno?
RAGAZZO - Perché me ne sono scordato, oppure pensavo che mi sarebbero bastate e poi scusi... ma lei di che s'impiccia? - poi rivolto a me - Sei proprio sicuro che frega i soldi, èh ?
IO - Mi ha appena fregato 5 mila lire
LIVI - E a me mi frega circa 150 a notte, ma poi però la mattina me li ridà
RAGAZZO - Si, vabbèh, buonanotte èh
Il tipo risalì in macchina, accese e partì facendo un'inversione a U, probabilmente diretto verso Olmo.
LIVI - Visto che gente? Ah, ma io non ne posso più di tutta questa storia! So io cosa fare adesso! E così dicendo si avviò verso casa. Io mi ricordai che ancora ero senza sigarette.
IO - Signor Livi, posso comprare le sigarette?
LIVI - No! Tieni, te ne do un po' delle mie... te ne basta quattro ? Eh ? Sono Stop senza filtro, io fumo queste, te bastano?
IO - Si, si, grazie. Allora buonanotte!
LIVI - Buonanotte la fava!
E con queste immortali parole ci separammo.
Il giorno dopo non facevo altro che pensare a tutta questa faccenda del distributore automatico di sigarette e continuavo a domandarmi cosa avesse deciso di fare il vecchio Livi, quale sarebbe stata la sua prossima mossa nella sfida con la macchinetta? Decisi di andare a trovarlo. Erano più o meno le cinque del pomeriggio, il tabacchino era aperto ma l'automatico non c'era più, al suo posto troneggiava un buco nero quadrato coperto in qualche modo da un cartone. La scritta 24h su 24h era stata coperta da un nastro adesivo nero. Entrai nel negozio. C'era il Livi.
IO - Buongiorno Livi
LIVI - Buongiorno la fava !
Quell'uomo mancava di fantasia.
IO - Mi da due pacchetti di Diana per cortesia ?
LIVI - Diana ! Si fa presto a dire "Diana", quali Diana ? Quelle...
IO - Blu dure ! BLU DURE !!
La mia merce fece la sua comparsa sul bancone.
LIVI – Sei euro e sessanta
Diedi un deca.
LIVI - Spiccioli ?
Feci di no con la testa.
LIVI - Il lupo perde il pelo... èh?
Mi misi in tasca resto e sigarette.
IO - Senta Livi, che fine ha fatto l'automatico?
Un ghigno sadico gli si dipinse in faccia. Mi guardò con un'aria da furbino e mi disse sottovoce:
LIVI - L'ho nascosto !
E ridacchiò contento.
LIVI - Voglio vedere come fanno a usarla ora, 'sti stronzi
E ridacchiò.
IO - E dove l'ha nascosto ?
LIVI - L'ho infilato sul ciglio...
S'interruppe. Ci pensò un secondo.
LIVI - E a te che te ne frega ?
IO - Per carità, nulla ! Facevo tanto per chiedere
LIVI - Si, si, vuoi che non lo so! E poi mi ci vai di nascosto èh ?
IO - Io? Ma cosa vuole che me ne importi a me? Io le sigarette le compro il giorno, mica la notte
LIVI - Bravo! Vedo che hai capito. Però non te lo dico lo stesso 'ndo l'ho messo
IO - Pazienza. Non importa
Uscìi da tabacchi e andai a casa a dormire. Dovevo riposare se volevo essere in forma quella notte. Misi la sveglia a mezzanotte e a quell'ora mi svegliai. Mi vestìi e prima di uscire presi con me la pila. Il Livi si era lasciato sfuggire "...sul ciglio...", evidentemente intendeva dire il ciglio della strada. Montai in macchina e mi diressi nella strada statale che univa Arezzo a Perugia, la stessa strada (come ho già detto) dove si trovava il tabacchino del Livi. Andavo pianissimo e tenevo i fari alti per esplorare meglio i bordi della via. L'avrei trovato quel fottuto distributore, òh se l'avrei trovato, anche a costo di metterci tutta la notte. Non mi servì l'intera notte, mi bastarono tre ore. Alla seconda volta che rifacevo il percorso qualcosa luccicò al di là del guard rail sul lato destro della strada. Ero sceso di macchina già cinque volte ma quella fu la volta buona. L'automatico era lì, tutto bello luccicante. Tirando fuori il portafogli iniziai ad eccitarmi. Era una sensazione magnifica. Poi mi accorsi di una cosa: il distributore era spento. Mancandogli la corrente naturalmente non poteva funzionare, ci rimasi malissimo ma neppure per un istante pensai di mollare il colpo. Lo caricai in macchina, era pesantissimo ma io avevo con me la forza della disperazione. Lo portai a casa e mi feci un'altra sudata della Madonna per portarlo dentro. Tirai fuori la mia cassetta degli attrezzi e lo aprìi da dietro. Credevo fosse più complicato. Prelevai due pacchetti di Diana blu dure, lo richiusi e lo rimisi in macchina. Tornai nel luogo dove l'avevo trovato e lo rimisi al suo posto con grande sforzo. Sopra la macchinetta lasciai 6 euro e 60, poi ci ripensai, andai in macchina, scrissi un biglietto, riscavalcai un'altra volta il guard rail, ripresi i 60 centesimi, misi un altro euro sopra la macchinetta e ci lasciai pure il biglietto dove avevo scritto "NON HO SPICCIOLI".
Ero felice. Il Livi l'aveva presa nel culo.
Tornai a casa che stava albeggiando, in macchina canticchiavo “We are the champions” dei Queen. Andai a letto e mi addormentai subito. Feci dei sogni bellissimi.
Il giorno dopo andai a trovare il Livi. Appena entrai nel tabacchi mi accorsi che il vecchio era sull'orlo di una crisi di nervi; si muoveva a scatti, era più scorbutico del solito e stringeva i pacchetti di sigarette troppo forte, tanto che arrivavano al cliente un po’ ammaccati. Appena mi riconobbe serrò la mascella e mi guardò con astio.
IO - Buongiorno Livi
LIVI - Buongiorno una sega !
Il repertorio migliorava.
IO - Vorrei due pacchetti di Diana
LIVI - Blu dure suppongo
IO - Esatto
LIVI - Seiessessanta
IO - Ho un pezzo da 10
LIVI - E niente spiccioli
IO - Macché
LIVI - Attento ragazzo, stai giocando col fuoco, io ho fatto la guerra come partigiano e ho combattuto contro i tedeschi, a me uno come te mi fa una sega
IO - Perché ce l'ha con me Livi ? Che le ho fatto ?
LIVI - Ho perso una battaglia ma non la guerra e ride bene chi ride ultimo !
IO - La vedo un po’ stranito oggi Livi. Ha dormito male?
Infilai in tasca resto e sigarette e mi avviai all'uscita. Mentra varcavo la soglia il Livi mi gridò dietro:
LIVI - Guarda che è sempre lì! Non l'ho spostato, capito !?
IO - Buona serata
Dissi uscendo. Se nel raggio di dieci chilometri c'era qualcuno che avesse avuto bisogno di auguri per quella serata, bèh, quello era lui.
La sveglia suonò a mezzanotte come previsto. Mi vestìi e uscìi nella notte portando con me la pila e la cassetta degli attrezzi. Fermai la macchina ad un chilometro di distanza circa dal punto dove era situato il distributore. Mi ero vestito con la mia vecchia mimetica militare e, oltrepassando il guard rail, cominciai ad avvicinarmi facendo il passo del ghepardo pancia a terra. Ero invisibile nelle tenebre. Il Livi poteva anche aver fatto la guerra come partigiano ma io ero stato un Genio Guastatore con i controcoglioni. A circa settanta metri dal mio obbiettivo vidi il braciere della sigaretta del Livi. Dilettante, pensai. In Vietnam ne avevano ammazzati una marea in quel modo. Feci un semicerchio sempre strisciando e in venti minuti mi trovai alle sue spalle. Silenzioso come un gatto estrassi la pila, la impugnai, strisciai ancora un po' e menai un gran fendente sulla nuca del Livi che gemendo si accasciò a terra. Lo legai come un salame, gli bendai gli occhi e tornai alla macchina. Mi riportai sul luogo del misfatto con la cassetta degli attrezzi e rifeci il giochino della notte precedente. Tra l'altro il Livi aveva lasciato i 40 centesimi di resto della notte scorsa sopra la macchinetta, li intascai e sparìi nella notte.
Io due, il Livi zero. Ero in netto vantaggio.
Il giorno successivo mi presentai, come di consuetudine, al solito tabacchino. In quei giorni mi stavo facendo una scorta di sigarette esagerata e ci stavo spendendo anche un po' troppo, ma era un bel pagare, il prezzo valeva la famosa candela. Entrai, dissi "buong", feci un rapido dietro-front e uscìi di corsa giusto in tempo per evitare la scarica di pallettoni a sale che il Livi mi tirò dietro. Seppi in seguito dalla cronaca del giornale locale che era rimasto appostato dietro al bancone per tutta la mattina, da quando era stato trovato, slegato e riportato a casa, da allora aveva impugnato il fucile rifiutandosi, tra l'altro, di vendere sigarette o francobolli a chicchessia. Gli avventori non avevano insistito: si sa, un uomo con un fucile in mano ha un casino di argomenti convincenti. Mi ficcai in macchina e partìi con grande stridore di gomme, il retrovisore ed il mio udito mi fecero registrare la seconda schioppettata che riuscì ad uccidere solo un innocente gatto che si trovava per sua sfortuna tra la rosa di pallini e la mia auto.
I clienti del tabacchino non avevano proferito verbo di protesta quel giorno ma qualcuno aveva avuto la bella pensata di chiamare i carabinieri.
Gente che non sapeva condurre le proprie battaglie da sola.
Fortunatamente il Livi non ammazzò nessuno. Ci andò vicino un paio di volte ma insomma non si beccò nemmeno il "tentato omicidio" in tribunale. In compenso si beccò l'articolo. Quello per infermità mentale intendo. E così, ad un anno di distanza da questa storia, del Livi non ne ho più saputo nulla e detto tra noi non credo nemmeno che andrò a trovarlo. Mi è sufficiente informarmi via via presso sua moglie che lui sia ancora chiuso da qualche parte ben imbottito di farmaci. A proposito, tanto per la cronaca: la moglie sta bene, il giorno in cui le avevano arrestato il marito l'avevano trovata legata al letto. Ci aveva pensato il Livi naturalmente, dicendole che "c'era una faccenda da sbrigare tra uomini", "tra uomini la fava!" aveva commentato la Livi rendendo ancora una volta palese il fatto che Dio li fa e poi li accoppia. Comunque lei era tranquilla, anche se si sentiva un po’ sola. Tanto sola che ha iniziato a civettare un po’ con il benzinaio che esercita mezzo chilometro sopra il tabacchi. L'ho visto io con i miei occhi sussultare con un brividino quando il benzinaio, con quelle manacce sporche e unte le ha sfiorato le sue mentre riceveva il suo pacchetto di Alfa. Evidente reminiscenza dell'ormai antico fuoco dei sensi sul quale il Livi ormai da troppo tempo si era scordato di soffiare. Però a mio parere il nemico va rispettato anche quando ha perso. Anzi soprattutto quando ha perso e così non mi andava giù che quel buon vecchio diavolo del Livi oltre che mazziato finisse pure cornuto e così un paio di giorni dopo la scena del brividino, sono andato a far benzina dal distributaro Don Giovanni.
L'ho trovato assorto in contemplazione della nuova insegna che alcuni operai gli stavano montando. Ho suonato il clacson e ottenuto la sua attenzione. Era così grasso che più che camminare mi rotolò incontro. Aveva un sorriso da orecchio a orecchio e mi disse: "scusi sa... stavo guardando la nuova insegna".
Guardai anch'io la nuova insegna che era come tutte le altre nuove insegne e che aveva sul fondo (come tutte le nuove insegne) una breve scritta in inglese che spiegava che quel distributore non avrebbe mai più chiuso. Neanche la notte. Neanche nei festivi. Era diventato un distributore automatico di benzina.
"Non è niente", dissi io, "io so aspettare", aggiunsi. E sorrisi pensando al fatto che in un modo o nell'altro presto il Livi avrebbe avuto compagnia.

FINE


Fatuwski



sabato 1 febbraio 2014

STRALCI ! (da: Troppa Roba Tutta Insieme)


STRALCI

(tratti da “troppa roba tutta insieme”)

Altri Stralci (il 1° e il 2°) CLICCA --> QUI



STRALCIO 

Mi ricordo che una volta un mio amico, quindi non io, un mio amico, si perse, sul serio, non si ritrovava più, più che perso si aveva perduto, non mi rompete con la grammatica, suona bene, è come, cioè, diceva questo mio amico, avere perduto con la vita, che ne so, tipo una partita di calcio e perdi 7 a 0, ecco, un po’ ti girano i coglioni a perdere 7 a 0, no ? Una partita a tennis: 3 set a 0 , hai perso 6-0, 6-0, 6-0 e non hai fatto neanche un game, che ti vien da dire quanto sarà stronzo il mio avversario ? Vedi che stravinci, fammi fare un punticino, macché, inesorabile quell'altro, a fine partita gli ho tirato la racchetta dietro, cioè, non io, lui, questo mio amico che non si trovava, non che lo cercassero, era proprio lui che non si trovava più. Non si trovava. Non si trovava bene. Al lavoro non si trovava bene, andava a fare la spesa e non si trovava bene, che ne so, doveva comprare 2 cose 2, arrivava a pagare e c'era una fila, Benedetto idDìo guarda ora quanto tempo mi fanno perdere, ci sono 15 casse e 2 cassiere, apritene un altra, cos'è ? Non sapete contare? Chi conta ? Io non conto un cazzo, ma mi va bene così. In fila lo sguardo di qualcuno sulla nuca, ti tocca di guardare qualche nuca schifosa poi quello davanti a te si gira e tu pensi “per carità, preferivo la nuca” e tutti pagano col bancomat, qualcuno continua a guardarti la nuca, una lentezza indicibile quella fila, uno non usa il bancomat, paga in contanti, meno male, però non ha pesato i pomodori, la cassiera deve andare a pesargli i pomodori, ma brutto coglione, sono 10 anni che vieni a fare la spesa qui, lo sai che le verdure van pesate, prese con l'apposito guantino, messe nell'apposita bustina, bilancia, etichetta, chiudi bene, fai in modo che l'etichetta sia leggibile dal lettore a barre, perché se no, anche in quel caso ti rimandano al via e non ti danno neanche le 20 mila lire, 10 euro e 50, niente, il guantino nell'apposito contenitore, io sono 6 anni che non compro più verdura. Cioè non io, me lo diceva questo mio amico. Poveraccio. Gli piaceva anche la verdura. A questo mio amico.

STRALCIO 

Una patina di sudore addosso, sento caldo ma l'acqua sulla fronte è fredda, l'ansia che parte da dentro e si trasmette fuori alle mani che tremano, tutto il corpo vibra, ansia, ansia, quasi panico e poi il tempo, che non è mai il mio tempo, è sempre "prima di" o "dopo che" o "aspettando quando" o "correndo verso", maledetto tempo mai mio. Voglia, la voglia di scopare, la voglia di bere, la voglia di staccarmi la testa dal collo e farla rotolare per le scale del condominio della mia anima del cazzo, voglia di scappare, fuggire, ma proprio da tutto e trovo muri e musate, mai muse, porca troia, sono gonfio, enfio di roba che non voglio, di sotto c'è la cassetta delle lettere, Dio, come la temo, ho paura che mi morda, le bollette, i richiami, lei DEVE presentarsi, è OBBLIGATO a venire a ritirare, le ricordiamo che non può farla franca, noi la teniamo d'occhio, in un modo o nell'altro la controlliamo, questa bolletta dev'essere sbagliata, è esagerata e poi pubblicità, ma tanta, giornali interi ficcati dentro a forza, pigiati immagino con rabbia dal postino che magari pensa "guarda 'sto stronzo, dev'essere sempre in vacanza, non la vuota mai questa cazzutissima e fottuta cassetta delle lettere !". A me non mi ci inculate più, basta morsi! Una volta per sbaglio ho aperto uno di questi giornali di pentolame e prodotti in offerta e sorrisi finti di modelle vestite in maniera casereccia per farti capire che loro non sono aggressivi e c'era proprio di tutto, forse mancavano i vibratori e m'aspettavo a un certo punto ci fosse una foto di me nel loro giornale, magari mentre compro un libro, perché io i libri da loro ce li compro effettivamente, o mentre mi compro una bottiglia di Porto e sotto la scritta : "vede sig. Fatuwski questa settimana il formaggio che compra di solito è in offerta", èh si, perché loro i miei dati ce l'hanno attraverso la tesserina, se no come faceva ad arrivarmi il loro giornale a casa ? E poi hanno i registratori di cassa, quindi sanno cosa mangio, ci vendono anche i preservativi, in quei posti, quindi sanno anche quanto scopo ! Le telecamere a circuito chiuso anti taccheggio: sanno che faccia ho !
Brutti tempi quelli in cui anche il supermercato ti scheda.




Fatuwski


Sabati sera d'altri tempi

Sabati sera d'altri tempi

Il sabato sera incombeva come una mannaia sul bar tabacchi sala-giochi-biliardo nel ridente paesino di Battifolle (che cazzo ci avesse da ridere lo sapeva solo lui & la provvidenza [ se c'è !]). Specialità della casa: aperitivi al Marsala & cherosene del tipo ragazzi-andateci-piano-che-poi-dovete-guidare/ma-vedi-di-farti-un-po'-i-cazzi-tuoi. Motorini 50 guidavamo, cioè, 50 era la media perché se vedevi il motorino del Primino sembrava un duemilaquattro appena uscito da Star Wars, mentre se prendevi quello del Leo-Elgesebreo sembrava del 3, sia di cilindrata che di anno di fabbricazione. Dove si va ? Dopo aver scartato l'ipotesi di andare a rubbare le sarège (nda: rubare le ciliege), proposta dal Mezzetti e silurata con una selva di scapaxxioni dati beni sulla nuca, si optò per una magnifica ed entusiasmante serata al Tarpana ! il Tarpana era un dancing con piscina; i fine settimana dancing, gli altri giorni piscina, ma non era raro che qualcuno dei nostri eroi finisse alle 3 di notte di sabato sera a mollo, vuoi per svegliarsi, vuoi perché ce lo buttavano gli altri, vuoi per tentare il suicidio dopo aver visto che la Peruzzi pomiciava con qualcun altro che non era lui sulle poltroncine-pomicine appartate nell'oscurità ( erano così all'oscuro che in una situazione pomiciosa un gomito dentro a un orecchio era già un risultato apprezzabile). Il dancing era diviso in 2: una parte per la musica da discoteca e una parte per il ballo liscio. La prima sala conteneva (a fatica) umani e non che andavano da un'età approssimativa di 12 anni e 1/2 ai 26 ( + 4 ma non si diceva sennò le sbarbe si spaventavano), nella sala liscio invece si andava dai 35 ai 120 anni e vedendo alcune di quelle matrone vestite come alberi di Natale guasti, credetemi, c'era da crederci. Per entrare al Tarpana, per quanto riguardava i nostri eroi, valeva qualsiasi metodo tranne quello di pagare il regolamentare biglietto d'ingresso. La tecnica più usata dai nostri era fare una colletta per far entrare uno, il quale poi riusciva dal locale pochi minuti dopo facendosi timbrare la mano (segno inconfutabile che aveva pagato il biglietto), dopodiché con l'inchiostro ancora fresco del timbro appena fatto, faceva pressione sulla zampa di uno di quelli rimasti fuori, che entrava con nonchalance mostrando il timbrino fasullo. Il nuovo entrato ripeteva l'operazione e così via fino a che tutto il gruppo non era dentro. Questa era la teoria. Ecco cosa succedeva in pratica: il Primino era quello che di solito entrava per primo, non tanto per qualche diritto acquisito quanto per il fatto che altrimenti rompeva i coglioni a tutto il gruppo rimasto fuori. Il Primino pagava, entrava e regolarmente si scordava di tornare fuori. Dopo mezz'ora i nostri valorosi stavano bestemmiando come turchi senza sigarette e lanciavano anatemi contro la mamma del Primino, a quel punto organizzavano una nuova colletta e mandavano il secondo inviato, di solito il Pirillo che era il più affidabile (e ho detto tutto !) col preciso compito di andare a cercare il primo. Il Pirillo si fermava per una "bevutina" al bar e prendeva una bomba alcolica capace d'amazzare un cittìno (cittìno à bambino piccolo) costituita da: Gin, Campari, Vodka, alcool puro, seme di Iguana e fettina di salame di guarnizione, lo trangugiava e puntualmente sveniva in una poltroncina, lì sarebbe rimasto per il resto della serata svegliandosi solo all'ora della chiusura e raccontando il giorno dopo di essersi acquattato nelle poltroncine-pomicine a ripassare il kamasutra con una ballerina egiziana di inaudita bellezza. Dopo un'altra mezz'ora il gruppo rimasto fuori stava tirando certi moccoli che a momenti tiran giù l'insegna della discoteca (e si che era grossa !) e decideva di usare la carta-commozione. Il metodo commozione consisteva nell'andare dalla cassiera e far partire un omelia di mugolii che avrebbero fatto impallidire un coro di alpini ubriachi duri e chiedere una riduzione collettiva del prezzo del biglietto dell'80 %, si contrattava fino ad arrivare a uno sconto del 40 senza consumazione e a patto di zoppicare tutta la sera per usufruire dello sconto invalidi. Il gruppo entrava. Il gruppo si fiondava al bar. Al bar chiedevano la cosa più forte possibile al minor prezzo attuabile. Non era raro che il barman a quel punto si sporgesse e tirasse un ceffone al richiedente (forte & gratis, uau, che sballo !). I nostri beniamini a questo punto, già ebbri, caracollavano sulla pista da ballo scatenandosi in improbabili movenze a doppia velocità per rimediare al tempo irrimediabilmente perduto, allumando tuttintorno le donzelle ancora disponibili e non ancora poltroncinpomicianti. C'è da dire che io a quei tempi non ho mai e ribadisco MAI visto qualcuno del gruppo abbordare chicchessia. Si narra che una volta, nell'83, il Maurino fosse riuscito a stringere una camionista ubriaca della stazza di 2 tonnellate in una poltroncina ma si venne poi a sapere che la tipa era una suora che passava i sabati sera nei dancing tentando di redimere i giovani portandoli nella retta via e proponendo loro ritiri spirituali di 2 settimane, costosissimi, noiosissimi, fantozzianissimi e dove naturalmente non si trombava MAI ! Comunque non per questo non si tentava l'abbordaggio. C'erano diversi metodi: il metodo del Rapido consisteva nell'avvicinare tutte le bionde e affermare loro che non erano bionde naturali, ma tinte. Secondo il Rapido prima o poi ne avrebbe beccata una che per dimostrargli il contrario gli avrebbe mostrato il pelo pubico. Di solito beccava più sganassoni in una sera lui di quattro punging-ball del luna-park la domenica pomeriggio. Il Maurino tentava di trascinare le ragazze al bar per obnubilare i loro sensi con l'alcool e tentava di offrire loro da bere mostrando uno scontrino della Casa della Scarpa ( realmente accaduto ! NdA ). Solitamente veniva cacciato a calci in culo del barman e sputi della cassiera. Il Mezzetti, non potendo contare sulle doti atletiche preferiva buttarla sull'intellettuale, avvicinando la preda chiedendole se prediligeva la dialettica socratica o il nepotismo pragmatico degli epicurei, la tipa a quel punto faceva la spia ai buttafuori e il Mezzetti veniva trascinato via in camicia di forza mentre urlava: "scherzavo !! Io leggo solo Topolino !!!". 
Eèèh, bèi tempi quelli...
bei tempi del cazzo, si !

Fatuwski