IERI MATTINA E’ STATA
UNA BRUTTA SERATA
E’ stata una brutta serata la mattinata di
ieri. Si. E’ cominciata la mattina ed è andata avanti per un milione di anni
conteggiabili in tempo terrestre nella misura di 12 ore. Tutte filate. Tutte a
correre. Manco avessi 20 anni.
E’ iniziata con la telefonata della sera prima
alla mamma “se non altro, al lavoro, si fatica, guadagno poco ma almeno mi
trattano bene”, esempio fulgido di come tirarsi addosso la jella più densa e
marrone che pure la sfiga la scansa per paura di essere contaminata. Ancora
(ancora !), ancora una volta sono l’ultimo arrivato in un posto di lavoro,
attenzione, non quello che arriva per ultimo, anzi, di solito o sono puntuale o
arrivo prima e non sono l’ultimo perché mi manchi lo know-how necessario, anzi,
ne ho 2 palle piene così di sapere come cazzo si fa a far tutto dentro un
fottuto ristorante. Io lo odio questo lavoro. Dicevo, non ultimo per mancanza
di competenze, ma ultimo proprio in senso letterale che a questo giro sono
migrato al sud per una serie di motivi troppo complessi da espletare in 2
righe: mancava il lavoro, la casa dove stavamo era a mezza proprietà tra la mia
ragazza e il suo ex e con 2 bambine di mezzo (loro, non mie) il suo ex rompeva
i coglioni in maniera esasperante. In effetti ce ne volevano 3 di righe.
Insomma sbattuto nel profondo sud per consiglio mio e scelta sua di lei che in
effetti ci ha visto lungo e che con il suo, di lavoro, ha quasi ingranato alla quasi
grande quasi subito. Il classico posto dove parlano una lingua straniera e dove
tu sei il terrone al contrario senza manco essere contrario ai terroni per
dire, no, come vanno le cose al mondo… male vanno, cazzo ! E insomma ieri sera,
nel mio milionesimo ristorante, mi mettono in mezzo a questi 2 “senatori” del
posto, 2 anziani (disse il giovanotto); uno che stupido non è ma si relaziona
con te da padreterno rompicoglioni, l’altro che invece stupido lo è e si
relaziona con te da padreterno rompicoglioni. Proprio vero che meno potere hai e
peggio lo eserciti. Non stavo bene già in partenza ieri, fisicamente intendo e
dopo 2 ore ero già stanco perché ho preferito allestire l’esterno per poter
parlare con meno gente possibile che tanto manco li capisco. Non capisco come
parlano, come sono, come si comportano. Ah già, ma questo per quanto mi
riguarda è estensibile a tutto l’umano genere. Allestire tre sale esterne che
fungeranno ad ospitare le 350 persone suddivise in 5 rituali differenti quali
una comunione, un battesimo, un anniversario di nozze d’argento, d’oro, di
platino, di merda a vederli in faccia. Allestire l’esterno per le foto da fare
fuori davanti alla torta, ½ ore di foto e filmini, tutti uguali, roba che
basterebbe farne uno e passarselo via internet, ma no, tutti vogliono averne in
un archivio che non riguarderanno più, perché per l’appunto ce l’hanno già
tutti e non lo devono manco far vedere a qualcun altro perché eran già tutti lì
e perché tutti hanno il videofonino o la videocamera, roba da star ½ ora
davanti alla torta, prima con la mamma, poi con gli zii, poi con i “cuggini”
fino al settimo grado, ci manca che vadano a riesumare la salma del nonno.
L’avevo già detto ½ ora davanti alla torta ? Va bene, sommiamole e facciamo
pure un’ora tra filmini e fotografie che tanto il pranzo (!?) dura 9 ore. 9
ore, cazzo. Ci tengono alle cerimonie qui. E insomma i 2 vegliardi che si
sentono 2 generali che debbono guidare le truppe all’assalto (le truppe sarei
io) mi fanno girare come una pallina in un flipper impazzito in una partita di
un 14enne che scuote e spinge e impreca e, maledetto lui, o vince un’altra
partita o reinserisce il coin e tu la pallina e sbing, sbeng, pow, strà,
dindindin e io ero già in tilt da subito ma non mi posso bloccare, c’è bisogno
di soldi e il lavoro scarseggia mica male e così se ti tocca di fare lo schiavo
ti tocca poi pure di ringraziare. Quello coglione dei 2 è sempre fuori a fumare
e lavora in livrea bianca e siccome lavora tanto quella livrea la lavanderia la
vedrà una volta all’anno, giusto se gli tirano un caffè addosso se la può
sporcare. Quello ancora più coglione invece è regolare nella sua ordinaria
coglioneria. E mi comandano a bacchetta dandomi ordini contrastanti che lo
stesso lavoro poi ti tocca di farlo 3 volte: uno per come te l’aveva chiesto il
più coglione, uno per tirare via tutto e uno per rifarlo come dice il meno
coglione. Ragazzi che divertimento, avrei pagato io per andarmene. Io lo odio
questo lavoro ma lavoro comunque per 3, come sempre, un po’ per vocazione un
po’ perché se mi muovo abbastanza velocemente riesco a ridurre al minimo il
contatto con i miei aguzzini di turno. E via così per 12 ore filate. E nel
frattempo succedono un sacco di belle cose tipo che mi si rompe la suoletta
ergonomica della scarpa sinistra che a dirla così sembra una cazzata ma se ti
macini km poi ti superfanno supermale i superpoveri piedi. Arriviamo verso la
fine del pranzo e mentre io faccio l’ennesimo cambiogomme cambiando le suolette
da una scarpa all’altra mi fumo una sigaretta e quando torno c’è da portare i
piattini col dolce e siccome i 2 hanno già cominciato a portarli, il più
coglione mi chiede in malomodo dov’ero che ci sono da portare i piatti… Ora
apro una parentesi: sapete cos’è l’esprit de l’escalier ? Dal francese “spirito
della scala”, ovvero quando ti viene in mente la frase giusta, la risposta
fulminante, la battuta arguta, quando ormai è troppo tardi, quando ormai sei
già sulle scale che te ne stai andando. Ecco, a me chiamatemi maestro della
scala perché lipperlì c’era da dirgli “e ancora fermo qui sei ? Guarda che
questi piatti in sala mica ci vanno da soli !”, poi voltare il culo, andarsi a
fumare un’altra sigaretta e succeda quel che succeda, ne ho le palle piene. Va
bene, un’altra occasione mancata ma mi son fatto comunque valere, sai ? Ah si,
bellomio, mi sono fatto sentire, io, questa volta ! Sisi, a muso duro gli dico
“con calma èh !”… e poi porto i piattini.
Perché in fondo in fondo lo so che non ce l’ho con lui, che anche lui è un povero Cristo frustrato e sicuramente già frustato dalla vita. Asterisco.
Perché in fondo in fondo lo so che non ce l’ho con lui, che anche lui è un povero Cristo frustrato e sicuramente già frustato dalla vita. Asterisco.
Finisci con la tua bella giacchetta nera, la
tua bella cravattina nera, la tua bella camicina bianca, tutte fradicie di
sudore e di rabbia e stanchezza che le potresti strizzare per produrre una
pozza nera di afrore corporeo e calde lacrime salate e incazzate come un
giaguaro al quale hanno appena tirato un calcio sulle palle. 12 ore filate per
una paga irrisoria e una mancia mal divisa e vi lascio da indovinare chi si è
beccato la parte più piccola.
Io lo odio questo lavoro.
E ieri sera in particolare ho odiato il mondo.
E me stesso perché mi ritrovo sempresempresempre
nelle stesse situazioni di merda, questo parlo in generale, faticose e difficili
da mantenere perché sono proprio precario dentro e perché sono troppo pigro per
cercarmi situazioni meno faticose.
Ma questa mica è una novità.
Il mio premio extra a fine serata è che ormai
il proprietario ha iniziato non dico a volermi bene, che qui ci mettono 20
anni, ma almeno ad apprezzare i miei sforzi e la mia buona volontà e mi spiega
che lo sa quello che è successo ma il fatto è che quello coglione ha centomila
anni di esperienza (io solo 25) e che quello più coglione è sempre incazzato
perché 10 anni fa gli hanno bruciato il bar di sua proprietà (ecco l’asterisco)
e che gli piace come lavoro (tradotto: sono un bravo schiavo) e mi comunica che
presto mi farà lavorare di più.
Che culo èh ?
Fatuwski
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