giovedì 16 maggio 2013

Le mie sigarette vinte a poker

LE MIE SIGARETTE VINTE A POKER


- Questo tuo computer portatile ? 

- Si 
- Ha webcam ? 
- No, cioè, ce l’ho ma la devo att… 
- Mio HA webcam incorporata, tu vedi ? Bello mio computer, vero ? Pagato 1000 €. Nuovo ! 
- Eh si, lo vedo… bel computer 
- Tu sta giocando poker ? 
- Mmmh si, è poker Hold’em, ricevi 2 carte coperte e con le 5 in tav… 
- Io bravissimo a poker. Io vinto tanti soldi, ma sai quanti ! Tu bravo ? 
- Io credo che chiunque giochi un po’ a poker si consideri bravo, è un po’ come fare l’amore, nessun uomo ti dirà mai che non è bravo a farlo, diciamo che… 
- Ma tu vince soldi ? - 
- Màh… poco e niente… diciamo che ci compro le sigarette... sai, essendo un gioco on-line dove già per sederti al tavolo paghi, se ci vado in pari è già un primo obbiettivo ragg… 
- No, io bravo a poker ! Io vinto tanti, tanti soldi. Ti faccio sentire che buona musica fa mio computer !
E attacca 2 casse al suo portatile che emettono immediatamente dei suoni di canzoni rumene bruttissime a un volume altissimo che NON aiuta la mia concentrazione nel gioco. Ora mi capita questo: dovendo e volendo sloggiare di casa più velocemente di quanto desiderassi ma, per fortuna, meno velocemente di quanto desiderasse mia madre, ho trovato quel che ho trovato, ovvero un bilocale dove abita questo ragazzo giovanissimo, avrà 20 anni, rumeno. Lui si è tenuto, giustamente, la camera e io dormo nel soggiorno che è anche cucina e ingresso e da dove si passa per andare in terrazza. Lui è anche momentaneamente paralitico nel senso che vive in sedia a rotelle causa di un incidente occorsogli un anno fa a Vienna (diceva lui, ho scoperto un mese dopo che in realtà si è rotto le gambe saltando da un appartamento che stava svaligiando 
per sfuggire alla polizia. Appartamento che, per l'esattezza, si trovava al secondo piano di un palazzo. Maccheccazzo) ma rispetto ad allora già ora riesce a muovere le gambe e conta, tra una anno, di riprendere una regolare deambulazione. Per questo c’è il “momentaneamente”. E sempre per questo momentaneamente c’è il fatto che insieme a lui abita la sua badante e sempre per lo stesso motivo, spesso c’è suo padre nell’appartamento e insomma tutto sommato non ho un granché di privacy, del resto il tempo (poco) e il soldo (meno di poco) questo mi hanno permesso. Ho poco da lamentarmi. E insomma questa scena di lui che mi mostra il suo portatile come un pavone arrapato mostra le piume e questa storia di quanto lui sia bravo a giocare a poker mi si ripresenta pressoché identica per i primi 3 giorni in cui sto lì. Il quarto giorno mi dice che ha organizzato un poker con amici in camera sua e io voglio partecipare ? La risposta corretta sarebbe: vuoi che mi sieda a un tavolo da poker con altri 4 rumeni appena conosciuti tra i quali 2 di questi sono padre e figlio a giocare a soldi !? Bèh, col cazzo ! Ma declino gentilmente l’invito scherzando sul fatto che sono tutti loro sicuramente molto, troppo più bravi di me. Lui fa la faccia furba che sta a sostenere che ho appena enunciato una gran verità e che per l’esattezza LUI è il più bravo di tutti. Per farla breve nel tardo pomeriggio arrivano in casa 2 rumeni con le movenze da rumeni, parlando rumeno, con facce da rumeni e giusto il tempo di salutarsi che si sono già infilati tutti in camera dove resteranno, con mio grande disappunto interiore, fino alle 2 e mezzo, lasciando uscire dalla porta della stanza, quando vanno in bagno, miasmi di fumo peso di 5 persone che fumano contemporaneamente dentro a una camera e con la badante che ogni tanto fa caffè per tutti in quantità industriali. Alla fine sento un vociare assolutamente riconoscibile: è il vociare di qualcuno che ha perso a carte e che è incazzato come un giaguaro con i coglioni rimasti impigliati in qualche cespuglio, pochi minuti dopo vengono fuori i 2 rumeni del pomeriggio con gli occhi rumeni con espressioni rumene che con modi rumeni hanno in mano il portatile (bello, nuovo, 1000 €) del mio coabitante. Con fare rumeno lo infilano in una busta dell’ipercoop e spariscono, questa volta senza neanche far finta di salutare che la situazione, mi sa, era diventata un po’ pesa. La mattina dopo ho rivisto il mio coabitante che finalmente ce l’ha fatta a uscire dalla stanza e pareva avesse passato una notte un po’ agitata perché non stava tanto per la quale. Non ho avuto cuore di chiedergli come fosse andata la sua partita con gli “amici”, mi basta non sentire più musica rumena orribile a tutto volume e nemmeno le sue menate, quando mi vede giocare, di quanto sia bravo LUI a poker. E le mie sigarette vinte a poker sono veramente dolcissime.

Nessun commento:

Posta un commento